La Sala Rossa “Vittorio Palumbieri” del Castello di Barletta ha ospitato, ieri pomeriggio, la presentazione del libro “Dalla. Avrei solo voluto girare il cielo”, scritto da Fulvio Frezza e pubblicato da Florestano Edizioni.
L’evento, organizzato in collaborazione con l’associazione culturale LettidiPiacere e il locale Presidio del libro, è il quarto appuntamento del “Maggio dei libri” 2023, patrocinato dal Comune di Barletta.
Fulvio Frezza, autore di libri su artisti che hanno fatto la storia della musica italiana quali Modugno, Battisti, De André e Gaber, ha scelto di dedicare il suo ottavo libro edito a Lucio Dalla.
Nel corso della presentazione tenutasi ieri, l’autore ha ripercorso l’esistenza e la carriera del cantautore bolognese attraverso alcune delle sue memorabili canzoni, eseguite con voce e chitarra dal maestro Domenico Mezzina.
“Dalla. Avrei solo voluto girare il cielo” è un racconto di vita e di musica, in cui è lo stesso Lucio Dalla a parlare in prima persona. “Sono nato a Bologna il 4 marzo 1943…Mio padre commerciava olio e dirigeva il Tiro a Volo di Bologna. È morto quando avevo solo sette anni…Mia madre, la Iole, era una modista ed è sempre stata convinta che io dovessi fare l’artista”.
Leggendo i vari capitoli del libro, ognuno dei quali ha per titolo una canzone di Lucio, è possibile compiere un prezioso viaggio all’interno della sua storia: dall’amore per la sua Bologna alla passione per il mare (soprattutto quello pugliese), passando per l’incertezza del suo esordio come cantautore e l’incontro con i suoi amici di sempre Morandi e De Gregori.
Tra le righe è poi possibile captare anche aspetti molto personali della vita del cantautore: le sue convinzioni, le sue passioni, i suoi dispiaceri ed anche le persone che ha amato, “comunque velate dalla necessaria discrezione, perché non è mai importante sapere chi, ma cosa e come”.
Dalla, attraverso le parole di Fulvio Frezza, ricorda anche la fine degli anni Settanta e il periodo buio del terrorismo (che hanno ispirato “L’anno che verrà”), il crollo del Muro di Berlino (raccontato attraverso la storia di due amanti in “Futura”), il suo periodo vissuto a Roma (dove ha composto la “Sera dei miracoli”) e infine la nascita del suo più grande capolavoro Caruso, composto a Sorrento, “lì dove il mare luccica e tira forte il vento”.
“Ho scelto di scrivere di Lucio- ci spiega Fulvio Frezza- perché, rispetto agli altri cantautori raccontati nei miei libri precedenti, Dalla è l’unico vero musicista. Aveva la particolarità di essere sì un ottimo autore di testi, ma soprattutto un grande strumentista”.
“Raccontare Lucio Dalla è stata una vera sfida. La parte più complicata – racconta l’autore – è stata sicuramente quella di documentazione: ricercare le fonti attraverso Internet, videointerviste e persone che avevano conosciuto Lucio personalmente è stato un lavoro lunghissimo.”
La vita di Lucio Dalla fu stroncata il primo marzo 2012, pochi giorni prima che potesse compiere 69 anni. Eppure la sua musica è ancora impressa nella memoria di chi l’ha amato, perché come scrive Fulvio Frezza: “I grandi artisti non muoiono mai, restano le loro canzoni.” La musica di Lucio “non è finita, vi potrà capitare di accendere la radio e distrattamente ascoltare qualche sua canzone che è diventata un pezzo della vostra vita, accompagnandovi negli anni”.