Il 14 aprile si celebra la Giornata internazionale della Malattia di Chagas. La Malattia di Chagas è anche detta “malattia della povertà” ed è causata dal parassita Trypanosoma cruzi (T. cruzi). Questo parassita è ospitato da insetti triatomine sanguisuga, e l’infezione avviene principalmente entrando in contatto con feci e urine di questi parassiti.
La Malattia di Chagas è originaria dell’America Latina, ma nel tempo anche a causa delle migrazioni, si sono riscontrati casi anche in Canada, paesi del Pacifico Orientale e in diversi paesi europei. La diagnosi precoce dell’infezione e l’accesso alle cure corrette permettono di sconfiggerla. Per la sua natura però, e per la fascia di popolazione che colpisce, questa malattia spesso non viene diagnosticata. E anche nei casi in cui c’è una diagnosi, la maggior parte delle persone infette non ha accesso alle cure.
Proprio per questo nel 2019, l’assemblea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di istituire la Giornata internazionale della Malattia di Chagas. La data stabilita è quella del 14 aprile perché coincide con la data in cui è stata diagnosticata per la prima volta, nel 1909.
L’insetto vettore della malattia vive in intercapedini, fessure di muri e tetti di case, ma soprattutto di strutture come pollai, magazzini e depositi. Oltre al contatto diretto con gli escrementi dell’insetto ci sono altre vie di contagio. Può succedere, infatti, consumando cibi crudi contaminati, oppure in modo altrettanto inconsapevole attraverso sangue infetto, come per esempio con una trasfusione.
Uno degli obiettivi fissati dall’OMS con l’istituzione della Giornata internazionale della Malattia di Chagas, è prima di tutto quello di sensibilizzare sulla sua esistenza quante più persone possibile. In secondo luogo, ma altrettanto importante, quello di rendere accessibili i test diagnostici e le cure a tutta la popolazione interessata.
Tra gli obiettivi da raggiungere entro il 2030 ci sono infatti due percorsi paralleli. Da un lato testare quante più donne in età fertile, per effettuare una diagnosi precoce ed evitare la trasmissione alla futura prole. Dall’altro il controllo a tappeto su sangue e organi.
Al momento, si stima che le persone colpite dalla Malattia di Chagas nel mondo siano 6/7 milioni. Di queste solo l’1% ha accesso a cure adeguate. Proprio per questo un altro degli obiettivi fissati per il 2030 è quello di portare questa percentuale al 75%. A questo si aggiunge l’impegno per far sì che il tracciamento, la diagnosi e la cura vengano presi in carico dalla sanità pubblica. Attualmente questo non si verifica in molti dei paesi coinvolti, tra cui l’Italia.