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19 marzo: Festa del Papà

È stato il nostro primo supereroe, ci insegna ad affrontare il mondo e darebbe tutto, ma proprio tutto, per noi. Stiamo parlando del Papà, che nella giornata a lui dedicata, il 19 marzo, merita un’attenzione più ampia del solito.

Ma partiamo dalle origini di questa Festa.

Fin dal Medioevo, nei paesi cattolici, la figura del padre viene celebrata nella diciannovesima giornata di marzo, la quale coincide con la festività di San Giuseppe, padre di Gesù che secondo la credenza morì il proprio in questa giornata. La scelta di festeggiare nello stesso giorno il Santo che ha lo stesso nome del padre di Cristo e la figura del papà non è un caso, poiché l’immagine del pastore è legata all’esempio da seguire per tutti i padri. Giuseppe, infatti, nelle Sacre Scritture è l’archetipo di un padre buono, amorevole, un marito devoto e viene riconosciuto anche come protettore degli orfani.

A tal proposito, la Chiesa cattolica, già nel 1871 aveva proclamato San Giuseppe protettore dei padri di famiglia e patrono della Chiesa universale, mentre Papa Leone XIII si era espresso affermando che ‘In Giuseppe hanno i padri di famiglia il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza’. La prima vera documentazione di questa festa avviene il 5 luglio 1908 a Fairmont in Virginia, presso la chiesa locale, grazie alla signora Sonora Smart Dodd, colei che sollecitò l’ufficializzazione e la creazione di una festa parallela a quella della mamma, dedicata interamente alla figura del papà. È a partire da quel momento che nasce così in tutto il mondo la festa dedicata al papà, la cui data però varia da Paese a Paese, in base alla sua storia e alle sue tradizioni.

A proposito di tradizioni: alcuni cibi sono legati alla Festa del Papà e in varie parti di Italia si preparano in occasione di questa ricorrenza:

– le famose zeppole napoletane di San Giuseppe, frittelle farcite con crema e marmellata di amarene, dolce che si prepara il 19 marzo poiché secondo la tradizione, per scampare alle persecuzioni di re Erode, dopo la fuga in Egitto, Giuseppe sia stato costretto a vendere dei dolci per mantenere la sua famiglia in una terra straniera;

– i Bignè di San Giuseppe, preparati a Roma, che possono essere fritti o cotti al forno;

– le frittelle di riso cotto nel latte e aromatizzato con spezie e liquore sono invece un dolce tipico dell’Umbria e della Toscana;

– la raviola, dolce di pasta frolla ripieno di marmellata o crema, tipico dell’Emilia-Romagna;

– sfinci di riso messinesi, specialità tipica della parte orientale della Sicilia;

– il calzone di San Giuseppe, prodotto in Molise, è un dolce fritto, composto da una pasta sfoglia molto delicata e un ripieno vellutato, la cui particolarità risiede nella farcitura, composta da ceci, miele ed essenza di cannella o di vaniglia di cedro;

– il gramolino, dolce preparato a Galliate, in provincia di Novara.

Non ci resta quindi che prepararci a questa festa, un’occasione per noi figli, di dimostrare l’amore verso nostro padre, che sia con un biglietto, regalo o perché no, un dolce tipico.

Buona festa dei papà a tutti i papà che riempiono d’amore la vita dei propri figli.

 

Martina Riccheo

 

 

 

 

 

 

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