Il 22 aprile è la Giornata Mondiale della Terra. È così dal 1970, quando è stata celebrata per la prima volta e anno dopo anno ha assunto un’importanza sempre maggiore. Oggi, a 53 anni da allora, è una sirena d’allarme per la drammatica emergenza in corso. Un’emergenza che non possiamo più ignorare.
L’Earth Day è nato sulla scia delle proteste contro la guerra del Vietnam avvenute negli USA sotto la presidenza di J. F. Kennedy. Il senatore democratico Gaylord Nelson intuì che quella stessa partecipazione di massa avrebbe potuto dare la giusta sferzata alla questione ambientale. L’intuizione si dimostrò corretta, a questa stessa data, infatti, si fa risalire anche la rinascita del movimento ambientalista. Il 22 aprile del 1970 negli Stati Uniti si svolse un evento che vide nelle città di New York e Philadelphia una partecipazione straordinaria. Il successo fu incredibile e il consenso trasversale.
Nel corso dei decenni poi, la Giornata Mondiale della Terra è diventata un appuntamento fisso per fare il punto su quanto abbiamo fatto ma soprattutto, su quanto ancora c’è da fare. Gli scienziati concordano nel dire che la Terra è entrata a tutti gli effetti in una nuova era: l’Antropocene. L’era segnata dall’operato dell’uomo, come ci suggerisce il nome. Un operato poco lodevole, a conti fatti. È innegabile ormai che l’industrializzazione, una mobilità massiva basata su carburanti altamente inquinanti, gli allevamenti intensivi e lo sfruttamento sconsiderato delle risorse, stanno portando il pianeta verso il baratro. Nessun allarmismo, purtroppo, bensì il drammatico risultato di tutte le ricerche volte a studiare l’evoluzione della Terra nel futuro prossimo. Nonché la conclusione più evidente di ciò che accade sotto i nostri occhi ogni giorno.
Le stagioni stravolte, le inondazioni alternate all’inaspettata siccità anche in Europa, sono tutti campanelli d’allarme che non possono passare inosservati, anche ai nostri occhi distratti. Non c’è più tempo da perdere: there’s no Planet B. Non c’è un Pianeta B.
Ecco, quindi, che in questo 2023 l’Earth Day sceglie come tema “Invest in our planet” – Investiamo sul nostro pianeta. Un invito a cambiare davvero la rotta, a scegliere da che parte stare concretamente investendo denaro in un’economia che sia eco-sostenibile.
Serve però una svolta globale nel pensiero economico e politico. Bisogna comprendere che anche un’economia sostenibile può generare ricchezza, senza consegnare alle prossime generazioni un mondo invivibile. Serve, inoltre, capire e accettare che il cambiamento climatico in corso può essere rallentato ma è inesorabile, e porterà migrazioni mai viste prima. Investire significa anche prepararsi ad affrontare questi grandi movimenti di persone. Fare in modo che siano dignitosi.
In occasione della Giornata Mondiale della Terra anche Barletta è impegnata su più fronti.
La prima segnalazione la dedichiamo alla proroga dell’esposizione di “Gaia”, l’installazione di Luke Jarrem, che sarà visitabile con aperture straordinarie il 22, 24 e 25 aprile. Nel 2021 l’opera ospitata nei sotterranei del Castello di Barletta è stata il simbolo della conferenza sul clima Cop26 di Glasgow. Gaia si pone come messaggio principale proprio quello di tenere viva l’attenzione sul nostro meraviglioso pianeta in pericolo.
Un altro appuntamento legato alla Giornata Mondiale della Terra si è svolto oggi 21 aprile nell’ Auditorium “Pietro Paolo Mennea” del Polivalente. In mattinata è andato in scena “Sottosopra – il mare alla rovescia”: uno spettacolo teatrale sull’inquinamento dei mari e sulla necessità di preservare le nostre acque.
Lo spettacolo, frutto del progetto inclusivo “Oltre le barriere” porta in scena ragazzi con disabilità e no, accompagnati da operatori e docenti. Gli studenti e l’intera compagnia, si sono messi in gioco con la recitazione, ma anche con scenografie e costumi. Il progetto è curato dalle professoresse Michela Tupputi e Angela Rosa Daloiso a loro si sono aggiunti Christian Binetti, Michela Rociola, e l’Associazione I.S.O.L.A. Onlus OdV. Binetti, attore, presentatore, insegnante di teatro, molto attivo anche in ambito sociale, ha curato gli aspetti legati alla recitazione. Michela Rociola invece, con la sua Associazione Scartoff ha guidato i ragazzi nella realizzazione di scene e costumi con materiali riciclati e di recupero.
Nonostante i 53 anni la Giornata Mondiale della Terra resta un appuntamento attuale e necessario. Un momento di incontro e di confronto che deve essere ogni anno un punto di partenza per nuovi obiettivi. Ambiziosi sì, ma indispensabili per salvare un futuro che sembra lontano, ma è dietro l’angolo.