A sancire la centralità del mezzo radiofonico c’è un anniversario internazionale: il 13 febbraio. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura l’ha intitolata World Radio Day e l’iniziativa va ben oltre la celebrazione.
In un’epoca in cui la comunicazione istantanea attraverso vasti oceani e continenti è diventata una normalità quasi scontata, risulta affascinante tornare indietro nel tempo per esplorare le origini di questa rivoluzione tecnologica. Al centro di questa storia rivoluzionaria c’è una figura emblematica: Guglielmo Marconi, (Bologna 1874 – Roma 1937) celebre scienziato che ha inventato le radiocomunicazioni e la radio, è stato anche un fisico, un politico e un imprenditore italiano. Alla fine dell’Ottocento, questo pioniere effettuò i primi esperimenti e riuscì a costruire strumenti, come il telegrafo senza fili capace di ricevere e trasmettere segnali a distanza: nacque la prima radio. Nel volgere di pochi anni Marconi perfezionò la sua invenzione e riuscì a trasmettere segnali attraverso gli oceani, trasformando radicalmente il modo in cui il mondo ha cominciato a condivide informazioni e connettersi.
Le scoperte valsero allo scienziato prestigiosi riconoscimenti, tra i quali il Nobel e la nomina a senatore. Negli anni del fascismo ottenne incarichi politici e culturali di altissimo profilo e
continuò le sue ricerche fino alla morte, sopraggiunta nel 1937.
Marconi è considerato il padre della radiofonia, ma non il primo. Prima di lui James Clerk Maxwell riuscì a spiegare come le onde elettromagnetiche si propagano nello spazio e il fisico inglese Oliver Lodge, nel 1894, costruì il primo rivelatore di onde elettromagnetiche. Oggi viviamo in un mondo dominato dai social media, ma nonostante ciò la radio ha saputo adattarsi e trovare il suo spazio in un contesto moderno. La digitalizzazione le ha permesso di reinventarsi, offrendo nuove modalità di fruizione come lo streaming online, le app dedicate e i podcast. Questo ha consentito una fruizione on-demand, che si adatta perfettamente allo stile di vita odierno, caratterizzato da ritmi frenetici e dalla necessità di contenuti personalizzabili.
Questa trasformazione ha reso la radio un mezzo accessibile a un pubblico ancora più vasto e diversificato, raggiungendo gli ascoltatori attraverso smartphone o altri dispositivi connessi a Internet. Un altro aspetto cruciale è l’integrazione della radio con le piattaforme social, permettendo una maggiore interazione tra emittenti e ascoltatori.
Dal primo segnale trasmesso nel 1924 a oggi, la radio ha attraversato un’incredibile
evoluzione. Nonostante la crescente competizione da parte di nuovi media, ha dimostrato di essere in grado di adattarsi ai cambiamenti tecnologici e sociali, mantenendo il suo posto come uno dei mezzi di comunicazione più importanti e influenti. La sua capacità di adattarsi all’era digitale, pur mantenendo il contatto umano e la qualità del servizio locale, è la chiave del suo successo continuo.
La radio non solo resiste, quindi, ma prospera in un mondo in costante cambiamento,
confermandosi come una compagna indispensabile per milioni di persone in tutto il mondo.
Alessandra Salvemini