Si scambiavano in chat foto in cui impugnano armi, pistole e coltelli; oppure chiedevano consigli su come confezionare bombe molotov e persino il napalm. Alcuni di loro, tutti ragazzi residenti in varie città d’Italia, sono ancora minorenni e si vantavano di aver portato le armi anche a scuola. Dopo mesi di indagini, condotte dagli investigatori del Centro operativo per la Sicurezza cibernetica di Milano tra ottobre 2022 e febbraio 2023, tenendo sotto controllo alcune chat su Telegram, il 29 giugno sono scattate le perquisizioni, con l’ausilio della Digos, in sette città: Milano, Treviso, Pisa, Avellino, Lecce, Sassari e Nuoro.
I controlli domiciliari hanno consentito di rinvenire e sequestrare coltelli, tirapugni e sostanze chimiche usate per confezionare piccoli ordigni. Otto sono al momento gli indagati.
“Non abbiamo elementi per dire se abbiano o meno portato in classe alcuni di questi oggetti pericolosi – spiega Tiziana Liguori, dirigente della Polizia postale e delle telecomunicazioni della Lombardia – ma di certo aver trovato riscontro nelle perquisizioni lo rende per lo meno possibile”.
In una delle conversazioni in chat un ragazzo scrive: “Io avevo una Glock però poi ci sono andato a scuola perché lo avevo visto in un film americano” e ancora “io sono andato con un multitool con coltello, rischiato molto di andare al minorile”; “Io portavo quello a scatto nel giubbino”. E un altro: “Qualcuno ha un video Tutorial per un detonatore?”
Alla luce dei vari elementi raccolti, sarà ora l’autorità giudiziaria per i minorenni a valutare quali provvedimenti adottare.