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Quattro passi con l’interiorità: incontro d’autore con Gaetano Rizzitelli

Nella calda e afosa serata di ieri 21 luglio, presso l’atrio esterno della parrocchia San Paolo Apostolo di Barletta, è stato organizzato un incontro con l’autore barlettano Gaetano Rizzitelli dal titolo “Quattro passi con l’interiorità”, mediato da Marica Miccardi, con la partecipazione di Maria Assunta Paolillo e Gianni Fimiani, che hanno prestato la loro voce e interpretazione per la causa.

L’enunciazione delle riflessioni poetiche è stata poi accompagnata da un’orchestra musicale d’eccezione: la tastiera di Pierfrancesco Diella e la chitarra di Francesco Filograsso, che insieme al canto delle cicale e al fruscio dei ventagli, hanno creato un’atmosfera davvero introspettiva, spargendo polvere magica sui versi recitati al microfono.

10 gli scritti poetici presentati, in lingua e in vernacolo, racchiusi in blocchi tematici vari ma estremamente cari a chiunque, poiché tappe rappresentative della vita di una persona: amicizia, perdita, famiglia, culto e dedica alla città natale – in questo caso Barletta-.

La chiave di lettura proposta partiva con l’analisi degli scritti di Gaetano Rizzitelli per far raggiungere all’ascoltatore una certa connessione con il proprio Io interiore, in una ricerca e riscoperta introspettiva.

Nel corso della serata sono state poi condivise storie e vicende, alcune autobiografiche dell’autore; tra queste, l’aneddoto che lo vede ai suoi primi approcci con la stesura poetica, come una sorta di improvvisato Cupido:

Facevo le medie, – racconta l’artista- si presentò da me questo mio amico che si era invaghito di una ragazza più grande. In verità lei piaceva anche a me, ma essendo io più piccolo mi feci da parte. Lui mi chiese di scrivere una poesia in rima baciata, allora io scrissi frasi sdolcinate e andò benissimo.

La fama poi si sparse. Iniziai a farmi pagare con le sigarette.

Mi ritrovai quindi senza amore e col vizio del fumo.”

L’autore dichiara che da quel momento la poesia non l’ha mai abbandonato, aggiungendo di considerare strano questo suo amore per la scrittura e la lettura, poiché, nonostante fossero pratiche rigidamente imposte, egli non le ha mai tradite e loro non hanno mai tradito lui.

In particolare, Gaetano Rizzitelli ricorda di aver subito prima la pressione del padre, che lo costrinse agli studi classici e poi di un’insegnante piuttosto severa e non permissiva, cui metodo educativo ricorda tuttora con amare risa.

La serata poi è proseguita con la sentita dedicata alla figura materna: “Te vogghie annouce na’ ros”.

Scritta in vernacolo per annullare le barriere linguistiche, la nota poetica riesce brillantemente a esprimere il pathos che ha spinto l’autore alla stesura in versi.

Altro momento toccante è stato rappresentato dal malinconico ricordo del padre, di cui racconta le gesta durante la Seconda guerra mondiale, essendo stato egli deportato in un campo di concentramento nazista.

“Piripicchio” è stata la chicca finale; anch’essa riflessione poetica in vernacolo, è omaggio all’artista di strada barlettano Michele Genovese, in arte proprio Piripicchio, che ispiratosi al cinema di Totò e di Charlie Chaplin allestiva il suo teatro in giro per la città raccogliendo enorme successo, ma concludendo la sua vita – nel 1980- in povertà.

Una serata, dunque, alle prese con l’uso delle parole, in cui però non ritroviamo un abbandono all’utilizzo di termini aulici spesso sterili, ma una voglia di comunicare, di esprimere riflessioni intime in un modo immediato e comprensibile.

D’altronde, come Gaetano Rizzitelli ha precisato, “le lettere d’amore le scrivono gli occhi”.

Social addict e fotoreporter di BarlettaWeb24, il primo quotidiano on line del gruppo, giovane e innovativo, si pone l’obiettivo di coinvolgere i lettori e renderli attivi e partecipi sul proprio territorio, attraverso notizie costantemente aggiornate e approfondite.

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