E’ stato fermato nella tarda serata di ieri, 2 settembre, a Napoli il presunto colpevole della morte della tabaccaia di Foggia uccisa a coltellate il 28 agosto scorso. L’uomo, un 43enne originario del Marocco, è giunto poi in nottata presso la caserma dei Carabinieri di Foggia.
Sottoposto ad interrogatorio per la convalida del fermo questa mattina, avrebbe confessato. Redouane Moslli, questo il suo nome, stando a quanto riferito dal suo legale, l’avvocato Nicola Totaro, “si è messo a disposizione dell’autorità giudiziaria avendo capito di aver sbagliato. Stamane ha reso dichiarazioni durante l’interrogatorio, ha fornito tutti gli elementi al Pubblico Ministero, entrando nei particolari; ha prestato il consenso agli accertamenti ed al prelievo del proprio dna. Non ha saputo gestire la situazione e non aveva alcuna volontà di uccidere la vittima”.
Come ipotizzato dagli inquirenti, l’omicidio sarebbe stato il tragico esito di una rapina finita male. Il 43enne marocchino si trovava a Foggi dal mese di luglio scorso, lavorava come bracciante agricolo e viveva in un dormitorio. Conosceva la titolare della tabaccheria, la 72enne Francesca Marasco, poiché in qualche occasione era stato nel suo negozio in via Marchese De Rosa.
Trovandosi in difficoltà economiche, l’uomo sarebbe entrato nella tabaccheria con l’intento di rapinarla e avrebbe minacciato la signora Franca puntandole un coltello alla gola. Ma la donna avrebbe reagito, ferendosi al collo; mentre l’aggressore tentava di impossessarsi di 75 euro dalla cassa, la titolare avrebbe continuato ad opporsi e a quel punto sarebbe stata colpita da una coltellata all’addome.
Spaventato, il 43enne sarebbe fuggito abbandonando per strada il coltello. Poi si sarebbe disfatto degli abiti macchiati di sangue, già ritrovati dagli inquirenti, e dopo qualche giorno, compresa la gravità di quanto commesso, sarebbe fuggito a Napoli dove ieri sera è stato rintracciato e fermato.
“È stata un’indagine molto complessa ma ce l’abbiamo fatta. Ma il risultato positivo non deve farci dimenticare o accantonare i problemi che abbiamo incontrato”, ha dichiarato il procuratore della Repubblica di Foggia, Ludovico Vaccaro. “La nostra città è insicura e questo agevola il crimine e allo stesso tempo ostacola le indagini. Determina insicurezza e paura nei cittadini e li induce a non collaborare. Occorre assolutamente porre rimedio a questa situazione”, ha concluso.