In principio fu la Grecia, che già nel V secolo a.C. iniziò a cambiare forma di governo in alcune polis (le città stato) rendendole democrazie. Nel corso dei secoli, tra non poche peripezie, diversi paesi del mondo ufficializzarono la democrazia come faro guida della propria vita politica e sociale, attraverso libertà di pensiero ed elezioni periodiche. Una lunga storia alle spalle e una ben travagliata nel presente: la democrazia, infatti, è uno dei valori europei e occidentali più attaccati dall’esterno… ma lei non demorde. Anche per questo, con una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 2007, è stata istituita la Giornata Internazionale della Democrazia, che si celebra ogni anno il 15 settembre.
L’obiettivo principale di questa giornata è “l’affermazione della libertà e della dignità umana”, un compito tutt’altro che facile, se teniamo presente tutto ciò che accade nel mondo e tutti gli attacchi più o meno evidenti che la libertà individuale subisce ogni giorno. I princìpi democratici, infatti, vogliono la partecipazione di tutti i cittadini alla vita pubblica e alle decisioni che li riguardano, ma anche, per estensione, la libertà di stampa o ancora il rispetto dei diritti umani fondamentali.
Ancora oggi, nella cosiddetta società evoluta, sono tanti, troppi, i cittadini del mondo che subiscono attacchi alla propria libertà e questo avviene tanto nei paesi democratici, quando in quelli con regimi autoritari, seppure ovviamente in misura diversa. Gli eventi degli ultimi anni come il ritorno al potere dei talebani in Afghanistan e lo scoppio del conflitto Russo – Ucraino, ad esempio, hanno scoperchiato un vaso di Pandora pieno di disuguaglianze, di censure mediatiche e attacchi continui ai diritti umani fondamentali.
Il diritto di vivere in pace, di avere accesso all’istruzione, il diritto di esercitare la propria libertà di pensiero e di parola e di poter essere informati da una rete di stampa imparziale, libera e accessibile per tutti. Ancora, il diritto al lavoro, alla famiglia, alla vita. Tutto questo, in un mondo democratico, dovrebbe essere garantito a tutti gli uomini e donne di ogni età, razza, religione ed orientamento sessuale, ma è evidente quanto la realtà dei fatti sia sempre più lontana dall’ideologia. È lampante anzi, che i tanti momenti cruciali della storia degli ultimi anni abbiano portato i cittadini del mondo nella direzione opposta.
Il Covid 19 ha estremizzato le criticità già evidenti dei governi orientali, con la censura dell’informazione, la chiusura forzata di interi condomini e i lock down portati avanti in maniera grottesca. La rivolta delle donne in Iran ci ha ricordato i risvolti più cupi del fondamentalismo islamico, dove basta scoprire un ciuffo di capelli sul capo per essere torturate o uccise dagli uomini del cosiddetto Stato. La guerra in Ucraina ci ha mostrato quanto i confini politici e geografici siano labili e la sovranità di uno Stato sia tale finché uno più forte non decide di rovesciare sul più debole secchiate di polvere da sparo. E ancora, come a pochi chilometri dall’elegante, libera, progressista Europa, i giornalisti e chiunque osi mettersi contro il regime, venga allontanato, incarcerato o ucciso.
Nel 2023 la Giornata Internazionale della Democrazia ha ancora ragione di esistere, anzi forse non ne ha mai avuta tanta come oggi, perché c’è bisogno di uno sforzo massiccio e collettivo non solo per difendere, ma soprattutto per declamare e affermare con una forza rinnovata quali sono i suoi valori e quanto è importante che ognuno di noi faccia la propria parte. Perché in un mondo che brama potere e denaro e che si alimenta con la prevaricazione, la democrazia è l’unica arma di costruzione di massa che abbiamo, affinché tutto non vada perduto.