Una convenzione moderna ci porta a pensare che possedere uno smartphone costantemente connesso significhi avere in tasca anche tutta l’informazione necessaria,
ma è davvero così? E quanto è importante per noi sapere di poter accedere alle informazioni che cerchiamo in qualsiasi momento? Rispondere a queste e a molte altre domande è uno degli obbiettivi della Giornata Internazionale per l’Accesso Universale all’Informazione, che si celebra il 28 settembre.
La ricorrenza è stata istituita in prima battuta dall’Unesco nel 2015 con il titolo di
“Giornata Internazionale per il diritto all’informazione” e festeggiata per la prima volta il
28 settembre dell’anno successivo. Nel 2019 poi, con una risoluzione dell’Assemblea Generale, anche le Nazioni Unite hanno adottato questa data, con la denominazione in uso ancora oggi.
La politica interna, il welfare, la guerra, la pandemia, le migrazioni: tutto ciò che avviene intorno a noi richiede di essere compreso e la possibilità di accedere liberamente alle informazioni può letteralmente salvare delle vite. Lo abbiamo visto chiaramente durante la pandemia quando i mass media sono diventati indispensabili per essere aggiornati sull’evoluzione dei contagi, sulle precauzioni da prendere e sulle regole temporanee da seguire. Ma ci appare chiaro anche ogni volta che abbiamo la necessità di approfondire e capire una situazione per poter esercitare il pensiero critico, o quando, banalmente, dobbiamo iscrivere un bambino a scuola.
L’accesso universale alle informazioni va di pari passo con la libertà di stampa e con la qualità delle informazioni messe a disposizione degli utenti, per questo l’approccio ideale al tema dovrebbe essere globale e dovrebbe tenere conto di tutti questi aspetti contemporaneamente. Pensiamo a tutte le fake news o alla cosiddetta infodemia, che proprio durante la pandemia di Covid19 si è mostrata con tutte le sue criticità, con una quantità esagerata di informazioni in circolo, spesso errate, che hanno ostacolato la comprensione del momento, anziché renderla più semplice.
Pensiamo anche alle difficoltà che potremmo incontrare se le informazioni disponibili venissero controllate e limitate, come accade ad esempio in Russia, dove la stampa, radio e tv sono completamente asservite al Governo e dove chiunque cerchi di ribellarsi viene allontanato, arrestato, e nei casi più gravi anche eliminato. O in Cina, dove intere piattaforme social sono bandite e non sono accessibili dagli utenti di internet se non attraverso connessioni speciali che aggirano la censura.
La storia ci insegna che una delle caratteristiche dei regimi totalitari, sin dai loro primi passi per affermarsi, è proprio il controllo delle notizie: tanto di quelle divulgate quanto della loro fruibilità. Per questo la Giornata Internazionale dell’Accesso Universale alle Informazioni ci ricorda che è fondamentale difendere questo che è a tutti gli effetti uno dei diritti umani. Un cittadino che può informarsi in totale libertà è un cittadino che può esercitare il proprio pensiero critico che è il primo motore di scelte consapevoli: scelte che si traducono in istruzione per i propri figli, in cultura personale e in azioni di cambiamento nelle cabine elettorali, quando possibile. Una stampa libera, una rete internet libera, informazioni di qualità e facilità di accesso sono strumenti politici potentissimi e proprio per questo spaventano chi è al potere e, a tal ragione, vanno difesi ogni giorno e a ogni costo.
