Nel 1500, in una Trani fiorente ed anticipatrice di conquiste, Giustina Rocca riuscì a rompere divieti normativi e stereotipi culturali passando alla storia come la prima donna avvocato in Italia. Da allora, la lotta per l’affermazione delle donne nel mondo delle professioni legali è passata attraverso secoli e battaglie emancipazioniste, raggiungendo traguardi importanti. Eppure, il cammino verso un’effettiva parità di genere in ambito lavorativo è ancora lungo e non può certo arrestarsi qui.
Il ritratto di Giustina Rocca, la storia dell’avvocatura al femminile, il tema delle pari opportunità nelle professioni legali e le difficoltà delle donne professioniste nella prospettiva attuale sono stati al centro dell’incontro “Giustina Rocca: storie di donne giuriste ieri e oggi”, svoltosi ieri presso la “Biblioteca comunale Giovanni Bovio” di Trani.
Organizzato dall’ Associazione Donne Giuriste Italia (ADGI) con il patrocinio del Comune di Trani, l’evento si inserisce all’interno del «Progetto Giustina Rocca», promosso dalle Associazioni Marluna Teatro e Miranfù Beebliocar per celebrare la figura della nobildonna tranese, prima avvocata della storia.
L’ 8 aprile del 1500 Giustina fu scelta come “arbiter” di una controversia familiare e, al cospetto del governatore veneto Ludovico Contarini e dei suoi concittadini, pronunciò in lingua volgare un lodo arbitrale nel palazzo del tribunale.
A ripercorrere la storia di Giustina Rocca, come simbolo culturale del nostro territorio ed emblema dell’emancipazione femminile, la presidente Adgi di Trani Avv. Anna Chiumeo. “Di Giustina sappiamo ben poco, – spiega – l’unica fonte certa è il giureconsulto Cesare Lambertini. Sappiamo che nasce a Trani in una famiglia di antichissima nobiltà tranese e che era una donna dotata di grandi conoscenze giuridiche e di grande auctoritas. Fu scelta come arbitro non solo per la sua influenza in città e per i suoi natali, ma anche e soprattutto per le sue conoscenze giuridiche”.
Secondo quanto riportato da alcune fonti storiche, per l’attività prestata Giustina pretese ed ottenne lo stesso compenso previsto per i suoi colleghi uomini. “Questa circostanza dimostra la forza e l’autorità di una donna che, concretamente, pretese di essere trattata in tutto e per tutto come un uomo” – sottolinea l’Avv. Anna Chiumeo.
Uno straordinario esempio di meritocrazia, quindi, che rende Giustina Rocca anche una sorta di pioniera della lotta al gender gap.
Come lei, tante altre sono state le figure femminili che hanno impresso una svolta al lungo percorso verso la parità di genere nelle professioni legali: la tranese Maria Festa, che a distanza di oltre due secoli esercitò la professione legale nello stesso Foro di Giustina; Maria Pellegrini Amoretti, prima donna laureata in giurisprudenza a Pavia, e la stessa Lidia Poët, prima donna iscritta all’Ordine degli Avvocati che in una celebre serie Netflix aveva “usurpato” il titolo di prima avvocata italiana proprio alla Rocca.
E se, dopo secoli di discriminazioni, diritti negati e “professioni proibite”, oggi il numero delle donne che esercita la professione forense ha quasi raggiunto quello degli uomini, per un’effettiva parità di genere c’è ancora molto da fare.
“È grazie a donne come Giustina Rocca o Lidia Poët che noi oggi possiamo essere avvocate – ha dichiarato la presidente Nazionale dell’ADGI Avv. Irma Conti, presente all’evento. “Eppure ancora oggi stereotipi e retaggi imperversano non solo nel nostro ambito professionale ma anche nella nostra società. Ancora oggi, purtroppo, non si guarda alla competenza ma al sesso ed uno degli aspetti patologici più cruenti della mancanza di parità di genere è la violenza sulle donne”.
L’Associazione Donne Giuriste Italia, con oltre 29 sezioni su tutto il territorio italiano, è da sempre impegnata per l’affermazione della parità di genere e l’empowerment femminile ed ha l’obiettivo di contribuire all’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne.
Un incontro ricco di spunti di riflessione e di confronto sulle tante e complesse tematiche che riguardano l’uguaglianza di genere in ambito professionale e sociale, al quale hanno partecipato anche Lucia De Mari, Assessore alla Pubblica Istruzione, Cultura e Pari Opportunità del Comune di Trani e la Consigliera Regionale Debora Ciliento.