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Disturbo da gioco d’azzardo

Il disturbo del gioco d’azzardo, conosciuto anche come gioco d’azzardo patologico, o impropriamente ludopatia, è un disturbo psichiatrico classificato dal DSM-V (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) come “disturbo del controllo degli impulsi”.

È ufficialmente riconosciuto anche dall’ OMS che lo ha inserito tra i “disturbi delle abitudini e degli impulsi”. Si tratta di una patologia che ha in comune con la dipendenza da sostanze il comportamento compulsivo che produce effetti sulle relazioni sociali o sulla salute seriamente invalidanti, si genera un “comportamento persistente, ricorrente e maladattativo di gioco che compromette le attività personali, familiari o lavorative”. Quindi, il disturbo da gioco d’azzardo è a tutti gli effetti una dipendenza patologica “sine substantia”.

È una problematica in espansione, anche se non si hanno dati precisi al riguardo, in quanto non esiste una rilevazione sistematica dei pazienti in trattamento presso i Servizi pubblici per le dipendenze. Secondo le ultime stime molteplici sono i fattori che concorrono all’ instaurarsi del comportamento problematico e i numeri delle persone affette da questo disturbo aumentano nel tempo. Gli ultimi studi sottolineano il focus sui minori tra i 14 e i 17 anni e sulle fasce d’età più adulte, gli over 65. Si inizia a giocare soprattutto tra i 18 e i 25 anni (51,8%) e tra i 26 e i 35 anni (18,4%), più raramente si inizia a giocare oltre i 46 anni (7,4%) . Si gioca d’azzardo soprattutto tra i 40 e i 64 anni (fonte Ministero della Salute). Alcuni studi hanno evidenziato come il fenomeno si diffonda particolarmente durante i periodi di crisi economica, quando le persone sono più propense ad affidarsi alla fortuna per ottenere dei guadagni facili per porre fine alle loro difficoltà finanziarie.

Nel disturbo da gioco d’azzardo il soggetto vive l’illusione del controllo sugli esiti delle giocate e la distorta percezione delle cosiddette “quasi vincite”, situazioni di gioco in cui si verifica una combinazione che si avvicina a quella scelta dallo scommettitore, sono percepite come approssimazione di un successo e quindi, come incentivo a proseguire con le scommesse. La forza di questa distorsione è nota da tempo, tanto che le lotterie istantanee e le videolottery sono programmate ad arte per produrre una elevata frequenza di quasi vincite e incoraggiare così il giocatore a perseverare nel gioco. Il problema però non è legato alle sole lotterie istantanee ma peggiora con i giochi on line.

Il web consente in ogni momento l’accesso ad un’infinità di giochi, ai quali l’individuo viene invitato a partecipare tramite banner che illudono di poter guadagnare ingenti cifre investendo una piccola quantità di denaro. Inoltre, mentre il giocatore d’azzardo tradizionale era costretto a svolgere la propria attività in luoghi ad essa deputati, internet permette al giocatore di accedere ai casinò direttamente dalla propria abitazione. La possibilità di giocare lontano dagli sguardi giudicanti delle altre persone riducono le possibilità che il giocatore prenda consapevolezza di avere un problema e si ponga dei limiti nel proprio agire. Oltretutto su internet risulta difficile verificare l’età del giocatore e questo fenomeno rischia di coinvolgere anche i minori, nonostante la normativa legislativa vigente limiti il gioco d’azzardo ai soli maggiorenni. Il gioco online rappresenta la fusione del disturbo da gioco d’azzardo con la semplicità d’accesso fornita dalla rete. Anche qui, come in altre dipendenze il soggetto rimane imprigionato in un circolo vizioso, al punto da trascurare, nei casi patologici, i rapporti umani, sociali e familiari.

Il giocatore affetto dal disturbo da gioco d’azzardo presenta alcune caratteristiche per esempio la necessità di giocare una quantità crescente di denaro con lo scopo di raggiungere l’eccitazione desiderata; è irritabile o irrequieto quando tenta di ridurre o interrompere questo circolo vizioso; ha effettuato ripetuti sforzi infruttuosi per controllare o interrompere il gioco d’azzardo; è spesso preoccupato per il gioco d’azzardo, più frequentemente pensa a come ottenere danaro con cui giocare; dopo aver perso soldi al gioco, spesso torna un altro giorno (perdite “inseguite”); racconta bugie per nascondere il suo coinvolgimento nel gioco d’azzardo; ha rischiato di perdere o ha perso una relazione significativa, il lavoro, lo studio o una opportunità di carriera a causa del gioco d’azzardo; cercare denaro da altri per alleviare le disperate situazioni finanziarie causate dalla sua dipendenza.

In letteratura è dimostrata la concomitanza con altre patologie quali la depressione, il disturbo bipolare, l’impulsività, l’abuso di sostanze (alcol, tabacco, sostanze psicoattive illegali), disturbi di personalità, il deficit dell’attenzione con iperattività, il disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia e altri disturbi fisici associati allo stress (ulcera peptica, ipertensione arteriosa, etc).

Il primo passo da compiere è quello di accettare questa problematica, spesso purtroppo il giocatore d’azzardo non riconosce e non ammette l’evidenza della propria condizione e ignora l’invito di familiari e amici ad intraprende una terapia mirata, almeno fintanto che le perdite economiche e il deterioramento dei rapporti interpersonali non lo pongono in un vicolo cieco da cui è possibile uscire soltanto affidandosi a specialisti esperti nel trattamento di questo tipo di dipendenza. Un primo approccio molto raccomandato in questa situazione è la terapia cognitivo comportamentale che mira ad analizzare i meccanismi della dipendenza, individuando strategie atte a frenare l’impulso al gioco e a gestire la dipendenza nella vita quotidiana; aiuta a scardinare i comportamenti negativi e le distorsioni che spingono il soggetto a giocare compulsivamente. Sono necessari diversi mesi di terapia per avere risultati tangibili, nei casi di ludopatia lieve o moderato può da sola risolvere il problema.

Nei casi più severi, quelli in cui coesistono disturbi d’ansia, attacchi depressivi o altre patologie psichiatriche, è indicato l’uso di una terapia farmacologica insieme alla terapia cognitivo comportamentale. Per affrontare la dipendenza dal gioco d’azzardo, il primo passo fondamentale è quello di riconoscere il problema e aprirsi con familiari e persone care. Successivamente uno step fondamentale è la richiesta di aiuto specialistico.

Chi ha un problema di dipendenza da gioco d’azzardo può rivolgersi al Servizio Sanitario Nazionale o chiamare il numero verde 800 55 88 22 (telefono verde nazionale per le problematiche legate al gioco d’azzardo) per ricevere indicazioni sul centro più vicino.

Con affetto

Dr.ssa Francesca Palmitessa

Barlettaweb24 è il primo quotidiano on line del gruppo, giovane e innovativo, si pone l’obiettivo di coinvolgere i lettori e renderli attivi e partecipi sul proprio territorio, attraverso notizie costantemente aggiornate e approfondite.

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