I tempi di Tom Hanks in Philadelphia e dello spot cult con le persone avvolte da un alone viola sembrano lontani anni luce, eppure ancora oggi, ogni 1° dicembre, celebriamo la Giornata Mondiale contro l’AIDS.
In Italia l’attenzione mediatica si era spenta da un po’, ma il recente coming out di Elena Di Cioccio sul suo essere sieropositiva ha riacceso i riflettori su questo virus che ha avuto il suo triste picco di popolarità tra gli anni ’80 e ’90 del vecchio millennio. Nel resto del mondo, come spesso accade quando si tratta di accesso alle cure, la lotta contro l’AIDS procede in modo eterogeneo. Se in tanti paesi così detti evoluti i farmaci antiretrovirali necessari a tenere a bada il virus sono ormai decisamente accessibili, e hanno reso la qualità e le aspettative di vita dei malati nettamente migliori, in altre aree del mondo l’HIV uccide ancora, e tanto.
La Giornata Mondiale contro l’AIDS è stata istituita nel 1988 durante il Summit mondiale dei ministri della sanità sui programmi per la prevenzione dell’AIDS e fino al 2004 è stata organizzata da UNAIDS, un ramo delle Nazioni Unite dedicato proprio a questa malattia. I contagi massivi sono avvenuti nei favolosi ma anche trasgressivi anni ’70, quando l’amore era fin troppo libero e in molti casi anche poco sicuro; a causa del lungo periodo di incubazione del virus però, sono stati gli anni ’80 ad assistere al boom di esordio dei sintomi e, purtroppo, anche dei decessi.
L’AIDS è stata il mostro nero di quel decennio, ma gli strascichi sono andati ben oltre, nel decennio successivo. Il numero elevato di morti a causa dei contagi da HIV ha reso necessario un massiccio lavoro di informazione e di sensibilizzazione, per arginare i contagi, certo, ma anche per consentire ai malati di vivere il più possibile serenamente con una patologia subdola che rischiava di trasformarli non solo in malati, ma anche in emarginati.
Se oggi, grazie all’enorme lavoro di informazione fatto da allora, sappiamo che con persone sieropositive e con AIDS conclamata possiamo assolutamente interagire, facendo attenzione certo, ma senza demonizzare o estremizzare i nostri comportamenti, all’epoca le conoscenze delle persone comuni erano ben più superficiali, e pregiudizi e inutili pettegolezzi hanno ucciso probabilmente tanto quanto il virus stesso.
Ma cos’è esattamente l’AIDS? Oggi che forse non se ne parla più così tanto vale la pena fare un breve ripasso, nella speranza che arrivi anche alle generazioni più giovani, affinché non si perda tutto il lavoro di prevenzione fatto fin qui.
L’AIDS è la Sindrome da immunodeficienza acquisita, ed è causata dal virus HIV. Come anticipa già il suo nome, il virus porta le proprie difese immunitarie dell’ospite a perdere completamente l’efficacia, e quando l’infezione raggiunge un livello avanzato, l’organismo del paziente non è più in grado di difendersi neanche dalle infezioni più blande.
Il virus HIV, come abbiamo detto, attacca proprio il sistema immunitario, così da renderlo via via inerme e incapace di reagire a qualsiasi tipo di infezione. Le persone SIEROPOSITIVI sono tutti coloro che hanno contratto il virus, ma non hanno ancora sviluppato attivamente la malattia, non hanno quindi ancora contratto infezioni secondarie e non hanno ancora manifestato, quindi, i sintomi dell’AIDS.
A dispetto di quanto si pensava un tempo, oggi sappiamo che il virus HIV può essere trasmesso solo per via sessuale ed ematica. Per quanto riguarda i rapporti sessuali è importantissimo sapere che sono tutti a rischio; quindi, quali che siano le abitudini sessuali, è fondamentale l’uso del preservativo, unica barriera in grado di proteggere dal contatto.
Questo significa che si, il preservativo permette di avere rapporti occasionali sicuri, allo stesso tempo significa anche che, qualora il partner stabile (o che ambisce ad esserlo) sia sieropositivo, si può avere una vita sessualmente attiva felice e senza timori. Tornando poi a quando detto del virus e alle sue manifestazioni, l’unico modo per scoprire tempestivamente un contagio è fare un semplice test del sangue: semplice ma non banale, perché può letteralmente salvare la vita. Fonti UNAIDS infatti, dicono che, nel solo 2021, si sono registrate circa 1,5 milioni di nuove diagnosi nel mondo ma anche che conviviamo con quasi 6 milioni di persone che non sanno di aver contratto il virus.
Nel 2023 l’epidemia di AIDS è per molti un ricordo sbiadito e per i più giovani qualcosa su cui al massimo si è rubato qualche racconto ai genitori, ma abbassare la guardia con certi nemici è più rischioso che con altri, e la Giornata Mondiale contro L’AIDS è un buon momento di confronto e informazione, per far sì che l’alone viola sbiadisca per sempre negli archivi dei pubblicitari in pensione.