Era il 5 maggio quando il Barletta cadeva allo stadio “Paquale Novi” di Angri per 1-0, retrocedendo in Eccellenza dopo una sola stagione. Una giornata nera per una città che nel 2023 aveva sognato per diversi mesi di riuscire a tornare subito tra i professionisti. A quasi un anno dalla magica trasferta di Nardò che ha portato più di 1000 tifosi biancorossi in Salento a sostegno della squadra ai playoff, la situazione è completamente cambiata.
Oggi, in realtà quasi come allora, nessuna comunicazione è più giunta dalla società con sede in Via D’Annunzio. Zero note sui canali social, zero parole dei diretti interessati e in particolare del Presidente Onorario Mario Dimiccoli e di loro praticamente nemmeno l’ombra in città. E’ calato il silenzio, o forse non è mai terminato. Fatto sta che la chiarezza forse non è l’arma migliore di questo club. Tante le trattative, o presunte tali, messe in piedi e finora mai chiuse. Si è partiti da Lotito, poi Romano, Agnello, Lopez, la cordata barlettana, il progetto Audace Barletta. Il tempo delle chiacchiere e delle comparse sta però per terminare.
A partire da domani, l’ASD (Associazione Sportiva Dilettantistica) diventerà ufficialmente una SSD (Società Sportiva Dilettantistica). Il famoso 22 maggio di cui si parla da almeno una settimana in tutti bar, locali, piazze e gruppi social della città.
Ci sono centomila persone che attendono di sapere quale sarà il futuro del calcio a Barletta. A questo punto ci viene da dire: quanto altro bisognerà aspettare? cosa vuole fare l’attuale proprietà? vuole davvero vendere? Ai posteri l’ardua sentenza, l’unica certezza è che il tempo passa ma l’amarezza di una retrocessione per certi versi clamorosa resta.