Ogni anno, il 23 giugno, si celebra il Public Service Day, istituita nel 2003 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite. L’obiettivo di questa ricorrenza è quello di “celebrare il valore e la virtù del servizio pubblico alla comunità”.
Aiutare gli altri è una vocazione e deve essere celebrata ma soprattutto sponsorizzata, in modo da far appassionare più gente possibile a questo mondo.
Esiste anche una premiazione internazionale per le eccellenze nel servizio pubblico, chiamato “Programma Premi UNPSA”, in cui il Segretario generale conferisce un riconoscimento ufficiale “per i risultati creativi e i contributi delle amministrazioni volti a una pubblica amministrazione più efficiente e reattiva nei Paesi del mondo”.
Quando parliamo di servizio pubblico prendiamo in causa tantissime figure essenziali per la comunità, parliamo: di sanità, istruzione, sicurezza, difesa militare…
Se prendiamo in considerazione l’esperienza drammatica della pandemia da Covid-19 del 2020, possiamo renderci conto di quanto la figura del personale sanitario, compreso di volontari, è stato essenziale. Ci ricordiamo tutti delle foto che giravano in rete degli infermieri distrutti dagli orari lavorativi esagerati, o dai segni sul loro viso della mascherina che tenevano tutto il giorno. Sono stati definiti effettivamente degli eroi, perché hanno rispettato i valori del proprio lavoro e si sono prestati al 100% al bene pubblico.
Possiamo citare anche una notizia di cronaca, con un lieto fine, del 13 gennaio 2024 a Foggia, dove un poliziotto è riuscito a salvare una ragazza dal suicidio. Con il suo operato, le giuste parole e la giusta empatia, ha evitato il peggio salvando concretamente una vita. Insomma, un comportamento degno di nota.
Il servizio pubblico è una prestazione che deve essere celebrata, perché ogni giorno ognuno di noi ne usufruisce e ne trae beneficio e nel nostro piccolo tutti noi potremmo fare la nostra parte per prestarci al bene comune.