La vitiligine è una malattia della pelle che colpisce i melanociti, cioè le cellule che producono il pigmento da cui dipende il suo naturale colorito. La carenza (ipopigmentazione) o la totale assenza (depigmentazione) di melanina che ne deriva si manifesta con la comparsa di macchie caratteristiche.
In Africa, chi è affetto da questa malattia viene completamente denigrato; questo accade perché la vitiligine viene considerata una maledizione. Addirittura in alcune comunità africane vengono sacrificati i loro corpi perché considerate anime perfette per il diavolo.
Una concezione completamente opposta alla nostra, se pensiamo che da anni ormai sulle passerelle e sulle riviste più importanti, i soggetti con queste caratteristiche vengono ampiamente richiesti. Si è compreso, ovviamente, che questa sia una qualità, ma soprattutto, un’unicità del corpo che sicuramente deve essere valorizzata e non nascosta.
Winnie Harlow è un’icona nel settore, grazie a lei la vitiligine è uscita dall’ombra del tabù ed è diventata un sinonimo di bellezza. Modella canadese di fama internazionale, prima di arrivare a tale consapevolezza ha dovuto subire anni di bullismo. Winnie nasce con queste macchie e nel corso della sua adolescenza ha provato anche a nasconderle con il trucco, sino a comprendere la sua potenzialità e farla un suo punto di forza.
Dopo che Winnie ha iniziato a lavorare con marchi come Diesel, Nike e Desigual, le case di moda hanno iniziato a prendere in considerazione modelli diversi rispetto ai soliti canoni estetistici e gli stessi servizi fotografici sono diventanti super dinamici e pieni di soggetti unici.
Il suo lavoro è un esempio di come una condizione cronica come la vitiligine possa essere trasformata in un elemento distintivo. Sicuramente le critiche non si sono annullate e la modella risponde:
«La vera differenza non è la mia pelle. Sta nel fatto che non cerco la mia bellezza nell’opinione degli altri. Sono bella perché so di esserlo».