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Bisceglie, presentato a Libri nel borgo antico “A tavola con De Nittis”

Il libro del giornalista e scrittore Nino Vinella presente a "Libri nel borgo antico"

“A tavola con De Nittis italien, peintre, gourmet (e i suoi amici)” del giornalista e scrittore Nino Vinella – Edizioni Comitato Italiano Pro Canne della Battaglia ODV – è ospite oggi venerdì 30 agosto, a Bisceglie per “Libri nel borgo antico” (ore 19,30 Piazza Tre Santi) nella presentazione moderata e condotta da Mariagrazia Vitobello, presidente del Centro Studi Barletta in rosa APS.

L’Autore, che l’anno scorso ha qui presentato come curatore “La Gazzetta del Mezzogiorno racconta Pietro Mennea, Le pagine memorabili di una vita straordinaria” (Di Marsico Libri Bari) a dieci anni dalla morte dell’indimenticabile Campione di atletica leggera, si ripropone al pubblico ed alla critica dell’importante manifestazione fondata da Sergio Silvestris a 150 anni dalla nascita nella capitale francese dell’Impressionismo che annoverò il pittore barlettano come unico italiano protagonista di quel rivoluzionario movimento artistico, e come appuntamento di conoscenza nel Territorio dopo l’anteprima nazionale svoltasi in Palazzo Reale a Milano quale evento collaterale all’importante (e visitatissima da pubblico sempre numeroso quanto entusiasta) mostra monografica “De Nittis pittore della vita moderna” dove sono stati esposti diciannove capolavori provenienti dalla civica Pinacoteca.

Pennellate di vita artistica, divagazioni gastronomiche, atmosfere e suggestioni fra Italia, Francia e Inghilterra di metà e fine Ottocento: così sarà raccontata la figura di De Nittis e della moglie Leontine attraverso le opere del celebre artista e di quelle serate del sabato che si svolgevano nella loro casa di Parigi, apprezzate da tutti per l’atmosfera informale, la vivacità della conversazione, la buona musica e il cibo davvero squisito, cucinato dal padrone di casa.

Oltre agli amici di sempre, come i due fratelli Goncourt, Desboutin, Daudet, Manet, Degas, Caillebotte, Claretie, passarono da quelle stanze gioiose personaggi come Oscar Wilde, Zola, Dumas figlio, Burty, Forain, Legros, Stevens, Tissot, la principessa Mathilde Bonaparte, Gustave Doré, Huysmans, Leconte de Lisle, Maupassant. E poi, naturalmente, gli italiani di passaggio da Parigi. Tra tutti, Diego Martelli, il grande critico sostenitore dei Macchiaioli e appassionato degli Impressionisti, che ci ha lasciato una straordinaria descrizione di quella “casa di un parigino vero, di quei parigini che vengon magari battezzati a Barletta, ma che sono legittimi”.

A questa testimonianza vanno aggiunte altre, come quella entusiasta di Edmond de Goncourt che, nel suo celebre Journal, memorabile cronaca di quegli anni straordinari, ci ha restituito ogni momento di quelle cene “davvero incantevoli”, tra lo scintillare delle foukousas giapponesi, “che sono come delle macchie luminosissime e molto allegre sui muri” e il profumo della “grande piattata di maccheroni” che “cucina lui stesso, nella sua veste di napoletano.

De Nittis, fin dai suoi inizi a Napoli e durante la sua esperienza alla Scuola di Resina, si dedica alla pittura en plein air, praticata direttamente all’aperto anziché in studio. Questa pratica, nata nella metà dell’Ottocento, rappresenta una sfida alla tradizionale educazione accademica basata sulla lezione in aula, con la copia dei modelli e il lavoro in studio.

A Parigi, De Nittis stringe rapporti con artisti come Manet, Caillebotte e soprattutto Degas, con cui instaura una profonda amicizia basata su stima reciproca e ammirazione. È proprio Degas a invitarlo a partecipare alla prima mostra degli Impressionisti nel 1874, presso lo studio del fotografo Nadar, dove De Nittis presenta cinque opere, principalmente esempi di pittura en plein air, tra cui due vedute del Vesuvio. La pittura all’aria aperta rappresenta il punto di incontro tra De Nittis e l’Impressionismo. La tavolozza si illumina con toni vividi, la pennellata diventa più libera e meno dettagliata, i volumi sono costruiti non attraverso il chiaroscuro, ma tramite il contrasto cromatico. Le composizioni si aprono e acquistano ariosità; gli intensi effetti di controluce, le trasparenze e le ombre colorate mostrano le continue ricerche sulla luce.

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