Aree gioco, verde pubblico, spazi condivisi per l’attività sportiva e ludica, biblioteche, cineforum. E ancora sicurezza, pulizia, vigilanza e rispetto: un programma elettorale? No, il quartiere ideale desiderato dai bambini dell’Istituto Comprensivo Musti – Dimiccoli, raccontato ieri durante l’evento “La parrocchia e il quartiere dalle radici alle prospettive”.
Nella serata di ieri il sagrato della parrocchia Spirito Santo nel quartiere Settefrati si è affollato di fedeli, certo, ma prima di tutto di cittadini e bambini, chiamati a raccolta da don Filippo e don Enzo, per accendere una luce su un quartiere che da tempo vive un declino progressivo e apparentemente inarrestabile. Un impegno, quello della comunità dello Spirito Santo, che da mesi si concretizza in appuntamenti periodici con gli abitanti del quartiere, per avviare un confronto e cercare di riaccendere quella fiammella di condivisione che ha animato e tenuto vivo questo quartiere che – nel bene e nel male – non ha mai rinnegato la propria identità.
Popolare, popoloso, abitato da contadini e artigiani per lo più, che oggi si affiancano alle nuove generazioni barlettane, quelle che hanno un passaporto diverso, ma vivono, comprano, animano le stesse strade.
Per don Filippo e don Enzo è stato naturale coinvolgere la realtà più vivace e prospera, nonché il polmone vitale del quartiere Settefrati, la scuola Musti -Dimiccoli, e per la dirigente scolastica Dott.ssa Addolorata Lionetti è stato altrettanto naturale rispondere con entusiasmo all’invito, cui gli stessi bambini e ragazzi hanno fatto seguito dimostrando una sensibilità e una intelligenza civica che fanno ben sperare per il futuro.
All’incontro, che ha registrato una grande affluenza dall’inizio alla fine, hanno partecipato il Vicepresidente del Consiglio Comunale Ruggiero Grimaldi, la professoressa Mariagrazia Vitobello, Presidente del Centro Studi Barletta in Rosa A.P.S, il Dott. Victor Rivera Magos, professore di storia Medievale, nato e cresciuto a Settefrati, e per gli intermezzi musicali Fabiola Corvasce alla voce e il maestro Giuseppe Daleno alla chitarra. A condurre la serata, Christian Binetti, sempre attento e presente quando la comunità chiama.
I bambini e i ragazzi della scuola hanno presentato al pubblico una docu-intervista in cui i nonni del quartiere raccontano ai ragazzi com’era la vita di prima, la semplicità delle feste, l’educazione rigorosa, le maestre con la bacchetta e i giochi semplici in strada, con i portoni aperti, fino al tramonto. I bambini hanno accolto i racconti dei decani con sensibilità e maturità, cogliendone gli spunti utili, e comprendendo l’importanza dello stare insieme, di condividere gli spazi urbani in modo sano e in sicurezza.
Per questo, ora che questa sicurezza e salubrità degli spazi non c’è, nascosta sotto strati di incuria e cemento, i ragazzi hanno presentato le loro richieste legittime al dottor Grimaldi, che si è impegnato davanti a tutti i presenti, a invitare studenti e docenti al Palazzo di Città, per portare le istanze dei giovani cittadini fino alla scrivania del primo cittadino.
Un evento accarezzato dalla brezza autunnale che ha scompigliato un po’ le carte in tavola di chi fa dell’abitudine alla disattenzione uno stile di vita. A coloro che non comprendono le implicazioni del lasciare i bisogni dei cani sui marciapiedi, del gettare i mozziconi a terra, del parcheggiare una macchina fuori posto. A tutte queste persone la comunità di Settefrati ieri sera ha lanciato un monito, che aveva la voce squillante dei bambini di oggi, più attenti e sensibili di tanti adulti che li circondano.
“Siamo due agenzie educative” ha detto Don Filippo in apertura, facendo riferimento alla sua chiesa e alla scuola, e sulla stessa linea ha concluso il Vicepresidente Grimaldi, “un bambino che viene ben formato a scuola o in altri luoghi comuni riporterà quegli insegnamenti a casa, dove trova degli adulti che – magari – non hanno più accesa quella sensibilità che questi bambini stanno dimostrando”.
Sul finale, a tutti i presenti è stato dato un braccialetto luminescente, per accendere una luce simbolica su un quartiere che non vuole rassegnarsi a spegnersi.
“Sarebbe ideale se fosse reale”, è lo slogan coniato dai ragazzi per il progetto, e non riusciamo a trovare mantra migliore per augurare loro che diventi reale quanto prima.