In Comunione, il mensile ufficiale dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, compie trenta anni. Cominciò ad essere pubblicato nel dicembre 1994. Per l’occasione, S.E. Mons. Leonardo D’Ascenzo, Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, ha inviato una lettera alla comunità ecclesiale diocesana, di cui si porge il testo:
“Carissime e carissimi,
sono passati 30 anni, era dicembre del 1994, da quando In Comunione, mensile della nostra Arcidiocesi, uscì con il primo numero edito con il ciclostile, grazie a macchine per la stampa in voga a quel tempo ed all’opera in quasi tutte le realtà ecclesiali, in specie le diocesi e le parrocchie.
Ho sentito la necessità, nonché l’opportunità, di questa lettera indirizzata a tutta la Comunità ecclesiale diocesana per esprimere qualche idea e suggestione, nonché alcune valutazioni ed indicazioni allo scopo di non far passare nel silenzio l’anniversario. Anzi, al contrario, da renderlo occasione di sensibilizzazione verso questo strumento, come, leggiamo sotto la testata, “di esperienze, studio e informazione dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie”, e di crescita, con l’aiuto di tutti.
Le ragioni per le quali, a suo tempo, S.E. Mons. Carmelo Cassati scelse di dare vita alla pubblicazione di un giornale diocesano, affidandone il compito a don Salvatore Porcelli e al diacono Riccardo Losappio, allora rispettivamente direttore e segretario dell’Ufficio comunicazioni sociali, sono state espresse in maniera compiuta dal mio predecessore S.E. Mons. Giovan Battista Pichierri che, in occasione del decennale di In Comunione, il 30 dicembre 2004, volle scrivere una lettera: «Una prima motivazione fu individuata nell’esigenza della Chiesa diocesana del tempo di darsi uno strumento che potesse contribuire al radicamento della comunione ecclesiale fornendo un servizio informativo su scala diocesana (…). Un’altra motivazione contingente determinò la pubblicazione: il 1994 fu l’anno della preparazione al grande convegno ecclesiale nazionale di Palermo del novembre 1995 che sanzionò definitivamente la nascita del Progetto culturale orientato in senso cristiano e l’impegno nella cultura e nelle comunicazioni sociali divenne via della Chiesa italiana».
Non è un caso che oggi il cammino sinodale, che stiamo percorrendo assieme alle chiese che sono in Italia, riproponga i temi della comunione ecclesiale, accanto a quelli della cultura, della comunicazione, dei linguaggi. Sono convinto che, proprio in questo contesto, il nostro periodico In Comunione possa e debba continuare a dare il proprio contributo.
A conferma di ciò vorrei qui menzionare un significativo passaggio di quanto Papa Francesco la mattina del 23 novembre 2023, ebbe a dire ai delegati della “Federazione italiana settimanali cattolici” (Fisc), di cui il nostro In Comunione fa parte assieme a 190 realtà editoriali diocesane, e di altre reti cattoliche impegnate nella comunicazione sociale (Uspi, Corallo, Aiart):
«Il vostro radicamento capillare testimonia il desiderio di raggiungere le persone con attenzione e vicinanza, con umanità. Anzi, direi che ben rappresentate quella geografia umana che anima il territorio».
Nella stessa giornata del 23 novembre 2023, all’interno della XX Assemblea nazionale ordinaria elettiva Fisc, Mauro Ungaro, presidente della Federazione, a proposito del ruolo dei giornali diocesani, mise in risalto «La competenza e la professionalità del servizio offerto per contribuire a creare una cultura ed un clima di opinione all’interno ed all’esterno della comunità ecclesiale. E questo nell’attenzione a quei valori fondamentali che hanno radice evangelica e che rendono il mondo più giusto e fraterno e che non scarta nessuno, come richiamato dal Magistero dei vescovi e dalle Carte deontologiche dell’Ordine dei Giornalisti».
Desidero ora rivolgermi alla Redazione, una equipe di circa 25 persone, di cui 9 giornalisti, iscritti all’Albo dell’Ordine della Puglia, nella stragrande maggioranza giovani, tutti volontari, in sinergia con il lavoro e l’attività dell’Ufficio diocesano cultura e comunicazioni sociali e al direttore, diacono Riccardo. Preme porgervi, a nome mio e dell’Arcidiocesi, il più sentito grazie per il servizio che rendete con impegno e abnegazione, secondo il tempo che ciascuno può dedicare. So che vi incontrate periodicamente per formarvi, che vi confrontate sugli aspetti da migliorare nel giornale. Mi permetto di rivolgervi le stesse parole che Papa Francesco proferì ai partecipanti, per lo più giornalisti, nella già citata mattinata del 23 novembre 2023:
«Vorrei indicarvi l’esempio del Beato Carlo Acutis: “Egli sapeva molto bene che questi meccanismi della comunicazione, della pubblicità e delle reti sociali possono essere utilizzati per farci diventare soggetti addormentati, dipendenti dal consumo e dalle novità che possiamo comprare, ossessionati dal tempo libero, chiusi nella negatività. Lui però ha saputo usare le nuove tecniche di comunicazione per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza” (Esort. ap. Christus vivit, 105)».
Il mio ringraziamento è rivolto anche all’Editrice Rotas che ne cura il progetto editoriale assieme a quello della stampa.
Mi rivolgo anche alla comunità diocesana. C’è ancora molto lavoro da fare perché si prenda consapevolezza di In Comunione quale strumento di comunione, informazione e formazione all’interno del tessuto ecclesiale e territoriale! Chiedo ai parroci di favorire la conoscenza del giornale, il quale ha principalmente il compito di raccontare la vita comunitaria. I componenti della redazione sono a disposizione per animare incontri e occasioni di confronto. In generale vanno sostenute, anche economicamente, tutte quelle iniziative, che sono tante e tra queste vi può essere anche un giornale, espressione dell’impegno missionario della chiesa nel campo culturale, finalizzate a riproporre il Vangelo nei linguaggi moderni (cinema, editoria, arte, teatro, e l’elenco potrebbe continuare) e per promuovere lo sviluppo umano integrale. Il sostegno al nostro In Comunione potrebbe esprimersi attraverso la sua lettura, la sua divulgazione, e la sottoscrizione dell’abbonamento annuale soprattutto da parte degli operatori pastorali.
Nel concludere, a tutte e tutti il mio caloroso saluto. Vi ricordo nella preghiera e su noi tutti invoco la benedizione del Signore!”