La Costituzione della Repubblica Italiana, approvata il 22 dicembre 1947 è entrata in vigore il 1° gennaio 1948, rappresenta un documento fondamentale nella storia dell’Italia contemporanea. La sua nascita è il risultato di un lungo processo storico che segna la transizione dal fascismo alla democrazia, una transizione che non fu solo politica, ma anche culturale e sociale.
La fine della Seconda guerra mondiale e la caduta del regime fascista avevano lasciato l’Italia in uno stato di disorientamento e di distruzione, ma anche di grande speranza per il futuro. Il popolo italiano, attraverso il referendum del 2 giugno 1946, aveva scelto la Repubblica, segnando simbolicamente la fine di secoli di monarchia. Questo cambio di sistema politico era il primo passo verso la costruzione di una nuova Italia, più giusta e democratica.
Il compito di redigere una nuova Costituzione fu affidato a un’Assemblea Costituente eletta dal popolo, che si riunì nel 1946 e lavorò fino al 1947 alla stesura del nuovo testo. I costituenti, rappresentanti di tutte le forze politiche, dai comunisti ai democristiani, passarono mesi a confrontarsi, a cercare compromessi e a mettere al centro i valori universali di libertà, giustizia e uguaglianza. Il risultato fu una Costituzione che non solo sanciva la fine del fascismo, ma stabiliva anche i principi fondamentali di una democrazia parlamentare.
Uno degli aspetti più significativi della Costituzione italiana è la sua attenzione ai diritti fondamentali. Il Titolo I, che raccoglie i principi fondamentali, riconosce il diritto del popolo a decidere il proprio destino, attraverso l’istituzione della sovranità popolare e la garanzia di un sistema democratico.
Inoltre, l’articolo 3 stabilisce il principio di uguaglianza, impegnando lo Stato a rimuovere gli ostacoli che impediscono la piena realizzazione dell’uguaglianza tra i cittadini, una visione moderna e avanzata per l’epoca.
Alessandra Salvemini
