Il 3 maggio è la Giornata mondiale della libertà di stampa, il World Press Freedom Day.
Questa ricorrenza è stata istituita nel 1993 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a seguito di una raccomandazione della Conferenza Generale dell’UNESCO.
La data scelta non è casuale: il 3 maggio ricorre infatti l’anniversario della Dichiarazione di Windhoek, un importante documento sul pluralismo e l’indipendenza dei mezzi di comunicazione promulgato dai giornalisti africani a Windhoek (Namibia) nel 1991.
Da 30 anni a questa parte il World Press Freedom Day è l’occasione per ribadire la centralità della libertà di stampa come bene pubblico essenziale, per ricordare ai governi il loro dovere di tutelarla, per supportare l’operato dei giornalisti e rendere omaggio a quanti di loro hanno perso la vita a causa del loro lavoro.
Gli eventi organizzati quest’anno dall’UNESCO si svolgeranno a New York tra il 2 e il 4 maggio. La sede delle Nazioni Unite ospiterà la “World Press Freedom Day Global Conference” e, come ogni anno, sarà assegnato il premio UNESCO per la libertà di stampa “Guillermo Cano”, intitolato alla memoria del giornalista colombiano assassinato davanti agli uffici del suo giornale nel 1986.
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”, recita l’articolo 21 della nostra Costituzione Repubblicana. Fortemente difesa dai Padri costituenti, la libertà di stampa è ancora oggi la base della democrazia, un diritto fondamentale che non può subire condizionamenti o imbavagliamenti.
Eppure secondo un recente rapporto di Reporter senza frontiere (RSF), nella classifica della libertà di stampa l’Italia occupa soltanto il 41esimo posto. Un risultato decisamente migliore rispetto alla 58esima posizione del 2022, ma ancora indietro rispetto al resto dei paesi europei. “La libertà di stampa in Italia continua ad essere minacciata dalla criminalità organizzata, in particolare nel Sud del Paese”, spiega il rapporto. “Per la maggior parte, i giornalisti italiani godono di un clima di libertà ma a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi per evitare ingiustificate azioni legali o ritorsioni mafiose”.
Nel resto del mondo a destare allarme sono anzitutto Russia, Iran, Polonia e Turchia, paesi in cui la libertà di stampa sembra essere ancora un diritto negato: attualmente 533 sono i giornalisti incarcerati nel mondo e 66 quelli uccisi nel corso dell’ultimo anno, soprattutto a causa della guerra in Ucraina.
Alla luce di questo quadro mondiale poco rassicurante, risulta ancora più evidente l’importanza di una giornata interamente dedicata alla libertà di espressione. È necessario che la libera circolazione delle notizie non venga ostacolata in alcun modo e che i giornalisti possano tornare a raccontare la realtà senza rischiare di essere oppressi dal potere, dalla censura e dalla violenza.