Il 31 maggio ricorre la Giornata mondiale senza tabacco, indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la prima volta nel 1988. Quest’anno la campagna 2023 di sensibilizzazione mira a sottolineare un aspetto globale: “Abbiamo bisogno di cibo, non di tabacco”.
Ora più che mai il nostro Pianeta sta affrontando un momento buio e a causa dalle guerre, dei cambiamenti climatici e dalle conseguenze della pandemia di COVID-19, siamo difronte a una vera e propria crisi alimentare. I costi del cibo sono lievitati sensibilmente, così come quello del carburante e dei fertilizzanti.
Attualmente, il tabacco viene coltivato in oltre 125 paesi, su un’area stimata di 4 milioni di ettari, la sua coltivazione interferisce con i tentativi di sostituirla con colture sostenibili, contribuendo così alla crisi alimentare globale: la terra fertile viene sfruttata per il tabacco togliendo spazio alle altre coltivazioni alimentari. Gli effetti dannosi della coltivazione di tabacco sull’ambiente, inoltre, sono evidenti: la terra coltivabile e l’acqua sono già scarse e vengono utilizzate per coltivare tabacco, vengono distrutti migliaia di ettari di boschi per fare spazio alle coltivazioni e creare combustibile per essiccare le foglie.
La campagna 2023, durante questa giornata, mira a incoraggiare i governi a porre fine ai sussidi per la coltivazione del tabacco e ad utilizzare il denaro per attuare i programmi di sostituzione delle colture che migliorano la sicurezza alimentare e la nutrizione.
Purtroppo, in molti paesi in cui è presente la produzione e la coltivazione del tabacco, gli agricoltori non hanno altri mezzi di sussistenza. Spesso l’industria fornisce ai contadini i semi e altri materiali necessari per le piantagioni, ma successivamente ne scala il costo dai guadagni. In seguito, non riesce a offrire agli agricoltori un prezzo equo per il loro prodotto e questi spesso non riescono a rimborsare completamente il prestito, rendendoli di fatto schiavi di questo meccanismo.
La campagna 2023 vuole sensibilizzare i governi nello sviluppo di politiche e strategie adeguate e nel migliorare le condizioni di mercato, per consentire ai coltivatori di tabacco di passare alla coltivazione di colture alimentari.
Secondo il Ministero della Salute “Il tabacco uccide oltre 8 milioni di persone ogni anno” ha un impatto negativo su tutti gli organi vitali e danneggia anche chi subisce il fumo passivo; con il fumo la possibilità di sviluppare patologie oncologiche è elevatissima.
La dipendenza dal tabacco distrugge sia l’uomo che l’ambiente e smettere è un atto d’amore verso sé stessi, verso gli altri e verso il Pianeta che ci ospita.
Smettere di fumare è possibile ed il medico di famiglia ti può consigliare e indirizzare al più vicino Centro Antifumo.