La celiachia è una patologia cronica autoimmune che provoca una reazione immunitaria dell’organismo all’assunzione di glutine.
Il Sistema Sanitario Nazionale prevede particolari forme di tutela per le persone affette da malattia celiaca, classificata come una malattia rara: erogazione gratuita dei prodotti entro un tetto di spesa; la somministrazione di pasti senza glutine nell’ambito scolastico ed ospedaliero; l’esenzione dal ticket.
E per quanto concerne le mense pubbliche? La legge 123/2005 prevede che “Nelle mense delle strutture scolastiche e ospedaliere e nelle mense delle strutture pubbliche devono essere somministrati, previa richiesta degli interessati, anche pasti senza glutine”.
Tale sindrome da malassorbimento enterogeno con compromesso stato generale figura tra le malattie dello stato digerente, la quale conferisce il diritto ad una percentuale di invalidità variabile tra il 41 e il 50 per cento.
La dicitura “senza glutine” sugli alimenti tutela il consumatore celiaco?
Il regolamento europeo 828/2014 ha stabilito che la dicitura “senza glutine” può essere seguita dalle indicazioni “specificamente formulato per celiaci – persone intolleranti al glutine” o “adatto ai celiaci – persone intolleranti al glutine”.
L’uso di quest’ultima dicitura diventa obbligatorio per i prodotti inseriti nel Registro Nazionale degli alimenti senza glutine (RNA), erogabili al celiaco dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
L’azienda che indica un suo prodotto alimentare come “senza glutine” deve garantire quindi sia l’assenza di ingredienti contenenti glutine, sia l’assenza del pericolo di contaminazione.
Questi, però, sono solo i primi risultati di una lunga battaglia che l’ AIC (Associazione Italiana Celiachia) sta combattendo da molti anni per far valere i diritti dei celiaci, affinché quest’ultimi possano sentirsi a loro agio in ogni momento della loro giornata e non debbano sentirsi “diversi”, solo per le loro abitudini alimentari.
Avv. Lucia Lonigro