Convocare un consiglio comunale monotematico sull’ampliamento della discarica di San Procopio, per coinvolgere l’intera comunità su questa vicenda. Perché “l’iter di autorizzazione all’ampliamento della discarica di San Procopio prosegue senza sosta, nel più assordante silenzio dell’Amministrazione Comunale”. La richiesta proviene dal comitato “No discarica S. Procopio”, che riferisce in una nota di aver appreso che “il giorno 6 giugno, si presume presso gli uffici provinciali, è stata convocata una conferenza di servizi con probabile tema di discussione l’integrazione documentale richiesta dalle Autorità Competenti alla società proponente”.
“Bisogna sottolineare, a beneficio di tutti, che la proposta di ampliamento poggia sul seguente pilastro logico – precisano i referenti del Comitato, Giuseppe Gissi e Sandro Zagaria -: l’impresa Lalli, che gestiva la cava, rinuncia al suo sfruttamento e per legge sul Comune di Barletta ricade l’obbligo del risanamento ambientale, come già avvenuto appunto con la vecchia discarica comunale esaurita a poco più di 1 Km da quella in esercizio. La società proponente, in una sorta di do ut des, si fa carico del risanamento e riqualificazione ambientale della cava più piccola per utilizzare a discarica quella più grande, in ampliamento e continuità con gli impianti della discarica esistente; un gioco delle tre carte dove vince sempre il banco (in questo caso il proponente).
Ma l’operazione di greenwashing non finisce qui; per poter essere autorizzati a riempire la nuova cava di rifiuti speciali pericolosi,la società proponente si farà carico di piantumare quasi un ettaro di alberi e arbusti per la riqualificazione paesaggistica e favorire la biodiversità (sic). Un capolavoro degno di Orwell in 1984 dove “la guerra è pace, la libertà è schiavitù”…. e la triplicazione della discarica viene spacciata per risanamento ambientale.
Questo è il meccanismo infernale che sta alla base della richiesta di autorizzazione di una nuova discarica a San Procopio”, secondo il Comitato.
“Gli unici a non essersi accorti di questa mostruosità sono la Provincia e il Comune di Barletta. Tutte le altre eccezioni tecniche e giuridiche vengono dopo questo assurdo meccanismo. Eccezioni tecniche e giuridiche che non vengono prese in considerazione ma riguardano la presenza del borgo storico di Montaltino a poco più di 1 km, la presenza a confine della discarica funzionante e il crollo avvenuto un po’ di anni fa di un terreno distante soli 300 metri dalla cava più piccola. Queste criticità non possono considerarsi a impatto nullo, specie se sommate.
Le recenti alluvioni avvenute in Emilia Romagna dovrebbero imporre maggiore oculatezza nell’autorizzare impianti che variano il corso delle acque, anche e soprattutto quelle sotterranee a pochi metri di profondità, specie in presenza di terreni carsici con pericoli di crolli. Tutti elementi di cui l’amministrazione comunale dovrebbe tenere conto per ribadire con fatti concreti la propria contrarietà all’ampliamento della discarica. Perché la città non se ne fa nulla delle affermazioni del Sindaco; sono solo parole che non producono atti concreti. Atti concreti che potrebbero essere supportati anche dalla disponibilità mostrata dall’ARPA ad affiancare l’Amministrazione per le verifiche tecniche che vorrà disporre durante l’iter autorizzativo. Tutto ciò potrebbe inoltre essere affiancato dalla possibilità di convocare un consiglio comunale monotematico sull’ampliamento della discarica che coinvolga l’intera comunità su questa vicenda”.