Il burnout è una sindrome legata allo stress lavoro-correlato, caratterizzato dalla sensazione di completo esaurimento delle proprie energie fisiche e mentali. Il termine burnout significa letteralmente “bruciato”, “esaurito” e viene utilizzato per descrivere una particolare forma di esaurimento psicofisico correlata al lavoro.
L’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) lo definisce come “fenomeno occupazionale” derivante da stress cronico, mal gestito, associato al contesto lavorativo e non deve essere esteso ad altri ambiti della vita privata.
E’ stato riscontrato in modo predominante in soggetti che operano in ambiti sociosanitari come medici, psicologi, assistenti sociali, pedagogisti, fisioterapisti, operatori dell’assistenza sociale e sanitaria, infermieri, educatori sanitari e socio-pedagogici, agenti delle forze dell’ordine e operatori del volontariato; è presente anche in tutti quei mestieri legati alla gestione dei problemi delle persone in difficoltà (poliziotti, vigili del fuoco, consulenti fiscali, avvocati) nonché in quei tipi di professioni educative (per es. insegnanti) che generano un contatto, spesso con un coinvolgimento emotivo profondo, con i disagi degli utenti.
Dovendo ripetutamente confrontarsi con situazioni dolorose e di difficile gestione, questi soggetti cominciano a sviluppare un lento processo di “logoramento” o “decadenza” psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per gestire, sostenere e scaricare lo stress accumulato.
Il burnout comporta esaurimento emotivo, depersonalizzazione, un atteggiamento improntato al cinismo e demoralizzazione. Il soggetto tende a sfuggire all’ambiente lavorativo assentandosi sempre più spesso e lavorando con entusiasmo ed interesse sempre minori, a provare frustrazione e insoddisfazione, nonché una ridotta empatia nei confronti delle persone delle quali dovrebbe occuparsi.
Il burnout si accompagna spesso ad un deterioramento del benessere fisico, a sintomi psicosomatici come l’insonnia, cefalea, disturbi gastrointestinali e psicologici come apatia, nervosismo, irrequietezza. I disagi si avvertono dapprima nel campo professionale, ma poi vengono con facilità trasportati sul piano personale: l’abuso di alcol, di sostanze psicoattive ed il rischio di suicidio sono elevati nei soggetti affetti da burnout.
La risoluzione del burnout prevede un approccio sia a livello organizzativo che a livello individuale. Innanzitutto, il soggetto che ne soffre deve riconoscere i fattori responsabili dell’esaurimento psicofisico ed è inoltre necessario comprendere le relazioni esistenti tra il comportamento personale, il proprio vissuto ed il contesto di vita e lavorativo.
Le strategie per affrontare il burnout prevedono la modifica del comportamento e degli atteggiamenti in coerenza a quanto acquisito. In aggiunta a tale cambiamento, può essere necessario un periodo di psicoterapia. Se s’interviene tempestivamente con un’adeguata assistenza medica o psicologica, si evita che si inneschino meccanismi più complessi e difficili da gestire.
Sul luogo di lavoro, il burnout può essere affrontato chiedendo sostegno al proprio superiore, al reparto risorse umane oppure all’ufficio competente dell’azienda. Al contempo, è possibile accrescere il supporto sociale, non solo di colleghi e amici, ma anche dei familiari, cercando di bilanciare al meglio il rapporto lavoro-vita privata. Gli interventi psicoterapeutici, come quello cognitivo-comportamentale, contribuiscono a migliorare la prognosi del burnout. Questo percorso è finalizzato a fornire al paziente informazioni chiare e specifiche sul suo disturbo (es. sintomi, decorso ecc.), per aiutarlo a gestire la sintomatologia, a favorire un adeguato esame di realtà e ridurre le difficoltà sociali, cognitive e psicologiche.
L’ obiettivo è di favorire il superamento di situazioni stressanti in modo costruttivo per giungere ad un nuovo equilibrio. Quando la mole di lavoro sembra davvero eccessiva, è importante definire le priorità e fissare obiettivi ragionevoli, senza pretendere troppo da sé stessi; evitare i conflitti con i colleghi ed adottare un atteggiamento proattivo aiutano ad affrontare lunghi turni di lavoro. Rispettare le proprie esigenze, risposare a sufficienza, condurre uno stile di vita sano (sport, dieta equilibrata) per una maggiore resilienza nel fronteggiare qualsiasi tipo di esperienza stressante.
Prendetevi cura di voi.
Con affetto
Dr.ssa Francesca Palmitessa