Quadri, video, installazioni e sculture per raccontare il tema delle migrazioni ed esplorare la realtà di chi ha detto addio alla propria terra, pur rimanendone per sempre legato.
A Barletta, nella splendida cornice del Castello Svevo, apre al pubblico “Exodus”, la mostra del maestro cubano Michel Mirabal.
Presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa, l’esposizione sarà visitabile nei sotterranei dell’antico maniero da domani 21 gennaio fino al 14 aprile.
Un viaggio tra l’arte e la vita, spesso ingiusta e cruenta; uno scorcio sul fenomeno migratorio di grande potenza ma soprattutto un’opportunità per scoprire cosa davvero si cela dietro le storie dei migranti, prima e dopo il confine.
La mostra si apre con un omaggio dell’artista alla sua terra natia: numerosi machetes cubani trafiggono una parete bianca, formando la parola “open” e simboleggiando la forza e la ribellione del popolo cubano. Proseguendo poi nel percorso espositivo, è possibile ammirare un’intera parete ricoperta di passaporti realmente appartenuti a migranti; una stanza colma di lenzuola bianche appese al filo spinato, proprio come quelle che si possono trovare stese tra le strade di Cuba ed infine un vero e proprio sistema solare, fatto di pianeti e satelliti, ad indicare che l’esodo è un destino che accomuna tutte le zone del mondo.
Punto cardine dell’esposizione è una piccola sala cinematografica, ricreata all’interno di una delle stanze dei sotterranei, nella quale imperturbabili spettatori assistono indifferenti alle tragiche immagini delle stragi di migranti, proiettate sullo schermo.
Curata da Riccardo Carbutti, Quique Martinez e Gustavo Vilarino, “Exodus” è una mostra intima, lucida e disincantata in grado di unire la magia dell’arte alla verità della vita. Opere di grande impatto emotivo che lasciano il segno ed esortano il pubblico ad una riflessione, oggi più che mai, necessaria.