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A Barletta il corso sulla narrazione corretta degli scontri stradali

Associazioni, Polizia Stradale e Ordine dei Giornalisti insieme per insegnare a comunicare e raccontare gli episodi di violenza stradale

Può impazzire un’auto, delle strisce pedonali diventare killer, un cordolo essere fatale o un guidatore ubriaco essere la causa di un “incidente”? Stando alla consuetudine narrativa degli scontri stradali sembrerebbe proprio di sì, ma è proprio per porre fine a questi strani fenomeni stradali che nel pomeriggio di ieri 10 ottobre si è svolto nell’auditorium dell’I.T.C. Cassandro – Fermi – Nervi a Barletta il corso di formazione dell’Ordine dei Giornalisti “La narrazione sbagliata degli scontri stradali”. L’incontro, aperto anche al pubblico, è stato curato da Stefano Guarnieri e dallo stesso Ordine, e ha visto la partecipazione, come relatrice, della Dott.sa Luciana Baron, Vice Questore della Polizia di Stato in forza alla Polizia Stradale. A moderare e introdurre tema e relatori Giuseppe Dimiccoli, giornalista iscritto all’OdG pugliese.

Un appuntamento fortemente voluto da tutte le realtà che hanno contribuito ad organizzarlo, ovvero l’Associazione “Lorenzo Guarnieri Onlus” della famiglia di Stefano Guarnieri (Lorenzo era suo figlio, vittima di un autista che aveva abusato di alcool e sostanze), L’Associazione “Angeli di Quartiere OdV” di Tiziana Montinari per la sicurezza stradale e L’Associazione “Iacopo Di Bari” della famiglia di Giuseppe Di Bari, di cui Iacopo era figlio, ucciso in uno scontro dovuto a distrazione.

Un tema doloroso per chi se ne fa promotore ma necessario per chi intende svolgere la professione di giornalista nel migliore dei modi quello affrontato da questo corso. Una comunicazione corretta negli scontri stradali non può fare la differenza nell’esito, ma può farla in maniera importante per chi resta a fare i conti con la violenza stradale, con la morte, con invalidità gravi, con il trauma, in tutte le sfaccettature possibili. Le parole sono importanti, sempre, e proprio da questo assioma fondamentale sono stati elaborati i contenuti.

Tre i macro argomenti principali: “come il linguaggio sugli incidenti stradali impatta sull’opinione pubblica e come impatta sulle vittime” e “il racconto delle immagini e la pubblicità” curati dal Dott. Stefano Guarnieri e “Il punto di vista della Polizia Stradale” curato dalla Dott.ssa Baron; poi a chiudere qualche cenno doveroso al codice deontologico.

A parlare di come sono stati raccontati e gestiti negli anni gli “incidenti” e di come sia sbagliato, nella maggior parte dei casi, già solo l’uso del termine incidente, è stato il dottor Stefano Guarnieri. Guarnieri, prima di essere il relatore di questo corso che è ormai alla dodicesima edizione, prima di essere uno scrittore di libri sul tema, prima di essere un ingegnere, è un papà. E lo era anche di Lorenzo, fino a che una persona che si è messa alla guida in stato di alterazione non ne ha causato la morte in uno scontro stradale, a soli 17 anni. Quello che è successo dopo, sul luogo dell’incidente e poi sulla stampa, sono stati sufficienti per far scattare una molla di stizza, quella che ti fa dire “nessun’altro deve vivere tutto questo come l’ho vissuto io”.

Da allora, dopo un tempo fisiologico di metabolizzazione, Guarnieri ha fondato l’associazione dedicata a suo figlio con il preciso intento di aprire una riflessione e di squarciare il velo di abitudine e pigrizia forse, che portava la stampa a trattare in modo quasi surreale a volte i cosiddetti incidenti.

Il primo cambiamento doveroso, quindi, dovrebbe essere proprio l’abolizione del termine incidente in tutti quei casi in cui di incidente non si tratta; quelli in cui non è stata una sfortunata fatalità a provocare un impatto disastroso e letale, bensì un essere umano sensiente che in un preciso momento tra la messa in moto e lo scontro, ha commesso un errore. Guidare utilizzando un telefonino in modo inappropriato, con più alcool del consentito in corpo, passando con il semaforo rosso o andando troppo veloce: tutti questi contesti, nel caso di scontri con vittime, determinano un episodio di violenza stradale, ed è così che vanno raccontati.

A questi due punti fermi per costruire una narrazione corretta si deve poi aggiungere l’attenzione per le parole utilizzate nei confronti delle dinamiche, delle conseguenze, dei traumi subiti dalle vittime. L’attenzione verso i dettagli e la scelta accurata dei contenuti e dei termini usati per diffonderli. Questo non solo per il rispetto dovuto a chi in quelle collisioni ha perso la vita, ma anche per ridurre al minimo il rischio di vittimizzazione secondaria delle vittime sopravvissute. Un fenomeno per cui determinati comportamenti sbagliati portano le persone a rivivere il trauma in modo reiterato e doloroso, ma soprattutto evitabile.

Di questo fenomeno, e di tutto ciò che ruota attorno all’aspetto psicologico degli scontri stradali e ferroviari ha trattato la dottoressa Baron in un intervento accurato e la appassionato. La Vice Questore ha esposto al pubblico il Progetto Chirone, un manuale scritto con la supervisione della Facoltà di Medicina e Psicologia dell’Università La Sapienza di Roma, creato per aiutare poliziotti e vittime ad affrontare gli eventi traumatici che li vedono coinvolti. Questo manuale è utilizzato per la formazione degli agenti affinché tutte le parti affrontino queste tragedie senza pesi aggiuntivi, causati da superficialità o mancata preparazione. Questo, unito all’esperienza sul campo, ha fatto si che oggi si attuino tutta una serie di accortezze prima, durante e dopo lo scontro.

Posto che non esisterà mai un modo per comunicare a un familiare la perdita di un congiunto sollevandolo dal dolore del momento, la dottoressa Baron e il Progetto Chirone insistono sulla “centralità delle persone, siano essere gli agenti, i soccorritori e ovviamente le vittime”. Ecco perché oggi, a differenza di soli quindici anni fa, tutti gli agenti sono formati per utilizzare una comunicazione verbale, para verbale e non verbale, quanto più rispettosa possibile delle vittime, che non dimentica mai che “sui luoghi degli incidenti ci sono persone”: persone che purtroppo hanno perso la vita, persone sopravvissute, persone coinvolte, e persone accorse, tra cui le famiglie, ma anche loro stessi, in divisa, che devono proteggere se stessi e gli altri.

Il corso, che rientra nella formazione deontologica dell’OdG, ha un impatto importante anche sui non addetti ai lavori cioè gli utenti finali della comunicazione, che hanno il diritto ad avere un’informazione corretta e priva di tutti quegli errori formali che edulcorano la realtà. Espressioni che confondono, deresponsabilizzano l’errore e creano precedenti mancano anche involontariamente di rispetto a tutti coloro che sono condannati a un “ergastolo del dolore”, che convivono cioè ogni giorno con la perdita in uno scontro stradale.

 

Articolista di barlettaweb24, il primo quotidiano on line del gruppo, giovane e innovativo, si pone l’obiettivo di coinvolgere i lettori e renderli attivi e partecipi sul proprio territorio, attraverso notizie costantemente aggiornate e approfondite.

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