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Ad Andria i funerali di Vincenza, il vescovo: “Tragedia che ha macchiato di vergogna la comunità”

Sull'altare i simboli della lotta al femminicidio: un paio di scarpe rosse e un elenco con i nomi delle altre donne uccise

“Una tragedia che ha umiliato e macchiato di vergogna la nostra comunità civile ed ecclesiale”. Così monsignor Luigi Mansi, vescovo di Andria, ha definito durante l’omelia l’atroce delitto che ha strappato alla vita Vincenza Angrisano, la 42enne mamma di due bambini uccisa in casa dal marito il 28 novembre scorso.

In una chiesa gremita di gente, interdetta alla stampa per volontà dei familiari della vittima, con tante persone anche all’esterno sul sagrato ad accogliere il feretro e poi a salutarlo al termine della funzione religiosa con un lungo applauso, si sono svolti oggi pomeriggio, 4 dicembre, i funerali dell’ennesima vittima di femminicidio. Sull’altare i simboli della lotta a questa piaga dilagante: un paio di scarpe rosse e un elenco con i nomi delle altre donne uccise quest’anno per mano di uomini con cui condividevano la vita. Anche gli operatori dell’agenzia funebre hanno voluto indossare sulle loro giacche il fiocco rosso contro la violenza di genere.

“Condanna della violenza in ogni sua forma, senza che vi sia alcuna giustificazione” ha ribadito la sindaca di Andria, Giovanna Bruno. Presenti alle esequie il Prefetto di Barletta-Andria-Trani Rossana Riflesso, il sindaco Barletta Cosimo Damiano Cannito, la parlamentare Mariangela Matera, il questore Roberto Pellicone.

Straziante la lettera che il figlio maggiore di Vincenza, 12 anni, ha dedicato alla sua mamma, letto dalla sindaca Bruno: “Cara mamma ti voglio tanto bene. Resta sempre nel mio cuore. Sei la persona che amo di più al mondo. Mi ricorderò sempre del tuo sorriso e del tuo aspetto solare. Guardami da lassù. Riesco ancora a sentire la tua voce, riesco ancora a sentire la felicità che avevi per la vita, riesco ancora a sentire la tua mano morbida che mi abbraccia. Cara mamma aspettami lassù perché alla morte non c’è rimedio, ma quando sarò vecchio ti raggiungerò. Ora guardo le tue foto e ascolterò i tuoi audio. Sento ancora il tuo abbraccio caldo e affettuoso. Cara mamma ti voglio bene”. Il più piccolo, di appena 6 anni, ha voluto invece esprimere tutto il suo amore con un disegno, poggiato sulla bara.

 

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