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Anche a Bisceglie impiantato il primo defibrillatore sottocutaneo salvavita

In un paziente 43enne affetto da grave forma di cardiopatia aritmogena, residente in un'altra regione e presente a Bisceglie per motivi di lavoro

Nei giorni scorsi l’équipe dell’Unità Operativa di Cardiologia di Bisceglie ha impiantato in un paziente 43enne affetto da grave forma di cardiopatia aritmogena, residente in un’altra regione e presente a Bisceglie per motivi di lavoro, un defibrillatore sottocutaneo.

Grazie ad un lavoro interaziendale, ad opera del Dipartimento di Cardiologia dell’Asl Bt diretto dal dott. Francesco Bartolomucci, è così approdata anche al Vittorio Emanuele II di Bisceglie, dopo l’utilizzo presso il Bonomo di Andria ed il Dimiccoli di Barletta, l’innovativa tecnica del defibrillatore sottocutaneo salvavita. Con le sue caratteristiche di “minore invasività” (il sistema non necessita dell’inserimento di elettrocateteri nel cuore) il defibrillatore sottocutaneo costituisce una straordinaria alternativa – in termini di efficacia e di sicurezza – rispetto ai defibrillatori tradizionali, eliminando le possibili complicanze (infezioni, rotture, malfunzionamenti) spesso legate proprio all’inserimento di elettrocateteri nel cuore.

Ad eseguire l’intervento i dottori Massari, Musaico e Cannone con la collaborazione del responsabile della Elettrofisiologia di Andria dottor Gianfrancesco. Nello spirito di collaborazione dipartimentale, quindi, il paziente – ricoverato per scompenso acuto e trattato dalle dottoresse Malerba, Panunzio e Liotino esperte di Scompenso Cardiaco – è stato sottoposto a coronarografia presso la Sala di Emodinamica di Andria, a risonanza magnetica cardiaca presso la Radiologia di Trani e ad ecodobutamina per riserva contrattile dal dott. Scardigno presso la Cardiologia di Bisceglie.

“Escludendo indicazioni di pertinenza cardiochirurgica – spiega il dott. Luigi Minervini, responsabile dell’Unità Operativa di Cardiologia di Bisceglie – si è deciso di proteggere da un possibile arresto cardiaco il giovane paziente con questo defibrillatore che, essendo sottocutaneo, non comporta l’utilizzo di cateteri intracardiaci, potenzialmente rischiosi, ed inoltre può essere rimosso in caso di miglioramento della cardiopatia presente”.

“Riteniamo questo episodio un esempio ben riuscito di grande efficienza del Dipartimento Cardiologico della BAT e della Cardiologia di Bisceglie – prosegue Minervini – che dimostra anche l’alto livello di professionalità degli Ambulatori dello Scompenso e della Sincope senza dimenticare il lavoro, oggetto anche di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali, relativo al perfezionamento della metodica nella procedura ecoguidata per impiantare i pacemaker”.

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