È originario di Barletta Frate Andrea Ricatti, il francescano responsabile della parrocchia universitaria “San Domenico” di Urbino, salito di recente alla ribalta delle cronache.
Negli ultimi giorni il nome del giovane religioso barlettano è inaspettatamente diventato virale sui social, catturando l’attenzione di quotidiani ed emittenti televisive nazionali. Il motivo? Una “singolare” proposta pensata da Frate Ricatti per i giovani di Urbino: uno spritz e un’apericena, offerti per tutti al termine della messa domenicale.
Un’ “Aperimessa” come l’ha definita qualcuno o più semplicemente un’idea pensata per avvicinare sempre più ragazzi alla preghiera e alla celebrazione eucaristica.
A scatenare la polemica, in particolare, è stata la locandina dell’iniziativa affissa fuori dalla chiesa. L’immagine del calice liturgico accostata al bicchiere dello spritz, realizzata sul manifesto, non è piaciuta proprio a tutti.
Molti i commenti negativi arrivati dal web (“non c’è più religione” – ha tuonato qualcuno); tante anche le parole di apprezzamento e di sostegno nei confronti del Frate, da parte di chi ha compreso il reale intento dell’iniziativa.
Abbiamo intervistato il nostro conterraneo Fra Andrea Ricatti, al fine di approfondire la questione e chiarire cosa effettivamente si cela dietro questa proposta, all’apparenza forse bizzarra ma in realtà molto innovativa ed inclusiva.
Frate Andrea, pochi giorni fa è andata virale sui social una locandina da lei realizzata, contenente un invito abbastanza “particolare” indirizzato ai giovani del suo paese. Ci spiega innanzitutto di quale invito si tratta?
“In realtà si tratta di un invito già rivolto agli studenti lo scorso anno. Ormai da un anno a questa parte, infatti, ai ragazzi della parrocchia pastorale universitaria che partecipano alla messa domenicale e che decidono di fermarsi in chiesa al termine della celebrazione, viene offerto un aperitivo. In vista del mese di settembre, abbiamo scelto di rinnovare l’invito per le matricole e per i nuovi studenti con una locandina che avesse uno stile giovanile e accattivante. Sappiamo tutti però come è andata a finire…”
Qual è l’obiettivo di questa iniziativa?
“L’obiettivo dell’iniziativa è semplicemente quello di poter incontrare i giovani. Gli studenti fuori sede sono tanti e il nostro intento è quello di farli sentire a casa, farli sentire in famiglia creando uno spazio in cui possano vivere le relazioni e sentirsi accolti. È innanzitutto un modo per vivere la liturgia, che non è mai secondaria ma sempre centrale, accompagnata da un bel momento conviviale.”
La locandina della messa seguita dall’apericena è diventata subito virale, dividendo l’opinione pubblica. C’è stato chi ha apprezzato l’iniziativa, esprimendo anche solidarietà nei suoi confronti e chi invece ha aspramente criticato questa proposta, parlando addirittura di “edonismo ecclesiale”. Si aspettava tutto questo clamore, aveva messo in conto eventuali critiche e come ha reagito ai commenti negativi?
“Si, il manifesto è diventato inaspettatamente virale. Non mi aspettavo tutto questo clamore. Ci sono stati tanti commenti, sia positivi che negativi. C’è stato chi ha condiviso l’iniziativa e chi invece ha avuto una certa difficoltà a trovarne un senso. Non mi aspettavo tutto questo. Posso dire (utilizzando un linguaggio giovanile) che fino a qualche giorno fa ero nel “chill” e poi mi sono ritrovato dentro un vortice. Non mi sono soffermato sui commenti negativi, non li ho letti perché non mi interessa la polemica. Il fine, ribadisco, è solo quello di permettere ai giovani di vivere serenamente la relazione con il Signore e con gli altri.”
Il manifesto è stato in seguito modificato, in accordo con il vescovo (è stato modificato il titolo ed è stato eliminato l’accostamento tra l’immagine dell’eucarestia e quella dello spritz). Ce lo conferma?
“Abbiamo cambiato la locandina proprio per tenere conto della sensibilità di tutti. Insieme con il vescovo, abbiamo scelto di modificare il manifesto a livello grafico eliminando l’accostamento tra messa e spritz (per il quale ho chiesto scusa), mantenendo però sempre uno stile giovanile.”
Quindi messa da parte la polemica, a settembre i ragazzi potranno partecipare alla messa domenicale e poi bersi uno spritz analcolico tutti insieme. Crede basterà ad avvicinare i giovani alla Chiesa e alla preghiera?
“Si, partiremo dall’8 settembre. Ogni domenica alle 19:15 ci sarà la Santa Messa seguita da questo momento di agape fraterna. Si tratta di un’occasione di evangelizzazione che può avvicinare i giovani a Dio, come è già successo lo scorso anno. Noi ci proviamo, proviamo a fare qualcosa di concreto per poter incontrare i giovani.”
Infine un’ultima domanda (che ci riguarda un po’ più da vicino). Qual è il suo legame con la città di Barletta?
“Barletta è la città che mi ha cresciuto. Ci ho vissuto 19 anni, prima di trasferirmi a Pisa per studiare e poi entrare in convento. Il legame con le mie radici è molto forte e quando posso torno a Barletta con molto piacere. È sempre bello tornare a casa, nei luoghi in cui ho vissuto, poter ricontrare amici storici e familiari. Barletta è un caro ricordo e il legame con la mia città è un legame che cerco sempre di mantenere vivo.”