Da oggi per i Comuni pugliesi e le Aziende di Servizi alla Persona è possibile presentare la candidatura per l’Avviso “Inte.R.SS.eca”, che mira alla realizzazione di interventi volti a rafforzare le infrastrutture adibite ai servizi sociali e socio-assistenziali, promuovendo contestualmente nuovi strumenti per l’inclusione sociale.
In particolare, l’obiettivo è potenziare il sistema delle infrastrutture sociali e socio-assistenziali del territorio regionale pugliese e dare impulso allo sviluppo di tecnologie innovative e nuovi modelli di assistenza attraverso la realizzazione di infrastrutture sociali a carattere sperimentale.
I destinatari finali delle proposte progettuali sono i soggetti in condizioni di fragilità espressamente indicati nel R.R. 4/2007, nonché, nel caso di infrastrutture sociali a carattere sperimentale, altre persone marginalizzate, come famiglie a basso reddito, persone con bisogni speciali, nonché cittadini di paesi terzi, compresi i migranti.
La dotazione finanziaria complessiva è pari a € 30.000.000,00 a valere sull’Asse VIII, Azione 8.3 del PR Puglia 2021-2027 e l’entità del contributo massimo per ogni singola proposta progettuale (il cui costo non potrà essere inferiore ad € 250.000,00) è di € 3.000.000,00. Ciascuna proposta dovrà avere ad oggetto lavori pubblici (restauro/risanamento/ristrutturazione e realizzazione di nuove strutture) e forniture di beni e/o servizi tecnici. La procedura di selezione è “a sportello” ed il progetto che supera le verifiche di ammissibilità formale e sostanziale sarà sottoposto a valutazione di merito tenendo conto, tra l’altro, della coerenza con l’analisi dei fabbisogni, del grado di integrazione con altre risorse/strutture insistenti sul territorio, dell’incremento dell’occupazione femminile programmata, della rilevanza della proposta con riferimento ai temi del cambiamento climatico, dell’economia circolare e della trasformazione digitale.
“Occorre – spiega l’assessora al Welfare Rosa Barone – realizzare un sistema di welfare urbano innovativo, in grado di fornire alle persone un adeguato livello di qualità della vita attraverso la realizzazione di spazi e infrastrutture che soddisfino le esigenze dei singoli e della comunità di appartenenza. È necessario quindi programmare, previa ricognizione dei fabbisogni del singolo ambito territoriale, una nuova ‘infrastrutturazione sociale’ orientata a garantire il miglioramento della qualità della vita e il rafforzamento degli elementi relazionali”.
“Le infrastrutture sociali – continua la direttrice del Dipartimento Welfare Valentina Romano – devono essere in grado di rispondere ai nuovi bisogni sociali propri di ciascun territorio e costituiscono le leve principali con le quali agire per la coesione e l‘inclusione. Particolare attenzione dovrà essere posta nel riconoscimento di quelle modalità di infrastrutturazione sociale che, coordinando diverse tipologie di servizi ed utilizzando modalità di governance partecipative, siano in grado di costruire nuovi legami sociali, recuperare beni comuni e generare welfare di comunità, abilitando nuove capacità imprenditoriali e lavorative”.