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Barletta, conclusi i lavori della IV edizione del Wannà – Festival della politica giovane

L’IISS De Nittis di Barletta rilancia il protagonismo dei giovani nella definizione di una nuova idea di “orizzonte”

Se si volesse racchiudere il Wannà in una sola parola, la scelta potrebbe cadere su coinvolgimento, ma il dubbio rimarrebbe: condivisione, scoperta, entusiasmo, o forse determinazione, confronto, volontà di comprendere? Un po’ tutte.

Non si può raccontare il Wannà – Festival della politica giovane – che si è svolto nella Sala Rossa del Castello di Barletta dal 18 al 21 marzo –  senza prima mettere in ordine la folla di pensieri, emozioni, impressioni che sera dopo sera hanno riempito il taccuino degli appunti, confermando la sensazione avvertita sin dalle prime battute, di trovarsi di fronte a qualcosa di importante, per la spinta che potrebbe imprimere ad un processo di risveglio e cambiamento a partire dal dialogo tra generazioni diverse.

Non si è trattato solo di dare la parola a ospiti di gran levatura, come il procuratore della Repubblica di Trani Renato Nitti, con la sua meravigliosa lezione-teatro sulla penetrazione della droga nelle scuole, modellata sulla deposizione autentica di un pentito, o come la segretaria generale di CittadinanzAttiva Anna Lisa Mandorino, che ha condotto la sua analisi dei diritti umani lungo la via maestra della Costituzione, parlando di battaglie di cittadinanza e democrazia, fino ad una definizione positiva di potere come capacità-possibilità concreta e collettiva di trasformare la realtà in meglio. A queste testimonianze hanno dato un significato nuovo lo spirito attivo e la partecipazione degli studenti e delle studentesse dell’IISS “Léontine e Giuseppe De Nittis”, guidati da un gruppo di insegnanti appassionati alla cultura della cittadinanza e di grande tenacia, ma anche da esperti esterni come il giornalista Rino Daloiso e la regista e attrice Michela Diviccaro.

Nelle settimane precedenti il Wannà,  la scuola si è trasformata in un vivace cantiere di laboratori, attraverso i quali gli studenti hanno dato forma alle loro riflessioni in una serie di prodotti finali di vario genere, che poi sono stati presentati al pubblico del Wannà facendo da filo interlocutorio nel confronto con gli ospiti: interviste, booktrailer, video-presentazioni, letture espressive, animazioni artistiche, piccole drammaturgie, debate, speech in lingua inglese, indagini statistiche volte a fotografare la familiarità e l’interesse degli studenti del De Nittis ai temi del Festival.

Passando per gli orizzonti tematici del confine, della partecipazione, della legalità, dell’adolescenza, della cittadinanza e della memoria, un ideale più alto di “orizzonte” è stato chiamato in causa durante i cinque pomeriggi del Wannà Festival: in un momento in cui le certezze della convivenza civile, pacifica e democratica, vanno sgretolandosi rendendo il futuro incerto e sempre più simile a una linea instabile, difficile da mettere a fuoco, la discussione su ‘dove andare’ si è fatta impellente. Di qui il bisogno degli studenti del De Nittis, in nome di ogni ragazzo e ogni ragazza di oggi, di porre domande precise a donne e uomini che dalla loro esperienza di studio, lavoro e militanza possono trarre spunti e idee di un certo interesse, da cui sviluppare insieme risposte plausibili.

Tra gli altri, hanno dialogato con gli studenti: Andrea Gabellone, fotoreporter e giornalista specializzato nelle rotte balcaniche dei flussi migratori e nelle politiche europee –  più o meno occulte – di ispessimento delle barriere anti-migranti tramite la fornitura di denaro ai cosiddetti paesi-filtro, che ha commentato gli scatti della mostra “La notte dell’Europa”, con i quali ha colto la desolante realtà dei profughi respinti e lasciati a morire in campi di fortuna; Milena Santerini, pedagogista esperta di educazione interculturale e di lotta all’antisemitismo, la quale dopo aver spiegato agli studenti che a scuola si è già cittadini, portatori di precisi diritti e doveri, ha lanciato per una prossima edizione il nodo della cittadinanza digitale, con la quale fare i conti in un mondo dove realtà e virtualità si contendono spazi, valori e modelli della vita umana, come ha illustrato anche Davide Sisto, autore di Virtual Influencer, riferendosi in modo particolare ai prodotti umanoidi dell’IA, programmati per orientare i consumi e manipolare l’opinione pubblica; Silvana D’Agostino, prefetto di Barletta-Andria-Trani, che attraverso domande molto puntuali da parte degli studenti, ha cercato di avvicinare i partecipanti alle questioni complesse della tutela della sicurezza, della convivenza civile e della prevenzione della criminalità, accennando ai molteplici compiti dell’istituzione prefettizia.

L’orizzonte di legalità, non distinto da quello di confine, è stato esplorato anche dallo scrittore e giornalista militante Leonardo Palmisano, autore del libro ItaliApartheid, per il quale alcuni studenti dell’IISS De Nittis hanno realizzato il booktrailer. Intervistato da una studentessa, Palmisano ha ripercorso i luoghi comuni della deriva razzista di cui anche il nostro Paese è responsabile nei confronti degli stranieri di qualunque nazionalità, forte dell’avallo europeo verso una politica del respingimento e del rimpatrio, nemica dell’accoglienza.

Anche Roberto Tarantino, presidente onorario dell’ANPI BAT, ha parlato di confini quando, ricordando il sacrificio dei partigiani di tutta Europa nella lotta contro il nazifascismo, ha spiegato che la patria nella quale si riconoscevano non era un territorio delimitato, bensì un luogo ideale, fatto di principi e valori comuni, concetto che andrebbe mutuato nel presente per risolvere i gravi problemi che minacciano l’umanità.

Marco Brando, autore di Medi@evo. L’età di mezzo nei media italiani, ha messo in guardia giovani e adulti dalle falsificazioni della storia spesso operate da giornalisti tutt’altro che professionisti, toccando così il delicato argomento dell’informazione disgiunta dalla verifica delle fonti e da una conoscenza approfondita delle verità storiche, che fonda la partecipazione su basi fragili.

Confini ostili, diritti umani calpestati, adolescenza violata, razzismo, cittadinanza negata, tante ferite nella stessa persona: Remon Karam è il giovane egiziano, sopravvissuto a un viaggio della speranza nel Mediterraneo, sulla cui storia la giornalista e conduttrice televisiva Francesca Barra ha scritto un romanzo: Il mare nasconde le stelle. Remon ha chiuso il Wannà Festival con il racconto toccante delle dolorose vicende che hanno segnato il suo viaggio in Italia e delle attuali vicissitudini legate alla restrittività delle norme che regolano il riconoscimento della cittadinanza agli stranieri nel nostro Paese, senza la quale opportunità vitali vengono negate a tanti, ingiustamente.

Lo stesso tema è stato trattato, sempre nell’ultima giornata, in un debate sull’argomento “Cittadinanza e ius scholae”. Due squadre di studentesse e studenti dell’Istituto De Nittis si sono confrontate, in modo civile ed efficace, sulle ragioni che portano partiti opposti a credere o meno nella scuola come vivaio di cittadini italiani a prescindere dalle origini etniche.

La direzione artistica di questa edizione del Wannà Festival della politica giovane è stata affidata ad Alessandra Beccarisi, docente di Storia della filosofia medievale all’Università di Foggia. Con il prezioso supporto della docente coordinatrice Francesca Musciagna, Beccarisi ha saputo dare il giusto afflato al Festival, lavorando a stretto contatto con i ragazzi, ragionando con loro sui tanti aspetti e implicazioni della cittadinanza attiva e, alla fine del percorso, con l’ausilio del giovane team della De Nittis Press, registrando una splendida intervista a due studentesse di 5^ liceo da poco diventate cittadine italiane.

L’evento è patrocinato dal comune di Barletta che ha rinnovato il proprio contributo nei confronti di un’iniziativa ritenuta saliente nel processo di sensibilizzazione della comunità barlettana per una partecipazione più responsabile alla gestione della cosa pubblica. Il sindaco, Cosimo Damiano Cannito, è intervenuto nella conversazione con gli studenti e con il procuratore di Trani, Renato Nitti, evidenziando quanto la democrazia si nutra non solo di diritti, ma anche e soprattutto di doveri.  Si è poi complimentato con il dirigente scolastico Antonio Francesco Diviccaro, promotore del Festival, per l’ultima fatica dell’edizione appena conclusa e, in generale, per l’impegno che da sempre dedica alle iniziative in favore dei giovani barlettani, del loro benessere e della loro maturazione come cittadini attivi.

In chiusura è intervenuta anche la consigliera regionale Debora Ciliento che, come Vicepresidente della Commissione regionale di studio e d’inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata in Puglia, ha voluto ricordare nella giornata conclusiva del Wannà, il  21 marzo, la ricorrenza della Memoria delle Vittime innocenti della mafia, spronando i giovani presenti “a scegliere sempre da che parte stare e a scrivere la propria storia avendo sempre ben presenti i concetti messi in evidenza in questo festival, cioè l’accoglienza e l’andare incontro agli altri”.

Lo sguardo è già rivolto alla prossima edizione che, molto probabilmente, esplorerà l’orizzonte Europa, tema emerso dal confronto con i giovani e ripreso dal dirigente Diviccaro nelle conclusioni. Così gli studenti del De Nittis hanno salutato il festival: “Questa settimana è stata un sogno, un sogno che abbiamo costruito insieme”.

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