Come ogni anno, nel pomeriggio del Venerdì Santo, la fede e la devozione scendono per strada a Barletta.
Nel giorno della Passione di Cristo, la città rinnova il suo voto con la processione Eucaristico-Penitenziale. Si tratta di una tradizione immutata da secoli che affonda le sue radici nel lontano 1656, quando la città di Barletta colpita dal flagello della peste, si impegnò a celebrare il Venerdì Santo con una processione al fine di scongiurare il contagio.
Al suggestivo rito di fede, presieduto dall’Arcivescovo Mons. Leonardo D’Ascenzo hanno partecipato le confraternite cittadine, il Capitolo Cattedrale di Barletta, i sacerdoti di tutte le parrocchie, il sindaco e centinaia di fedeli raccolti in preghiera.
Il lento incedere della processione degli incappucciati e delle diverse confraternite con i loro simboli e colori è stato accompagnato dal suono caratteristico della troccola, sacro strumento liturgico del Venerdì Santo.
Il corteo, partito alle 13,30 dalla Cattedrale di S. Maria Maggiore ha attraversato le vie del centro storico per poi sostare in via Romania, dove nel 1656 un’abbondante nevicata riuscì a spazzare via la peste. Qui ha avuto luogo la benedizione sulla città: l’urna contenente il Santissimo è stata aperta e cosparsa d’incenso.
Alle 15 la processione è giunta a Piazza Plebiscito. Davanti all’antica chiesa di San Gaetano è stata celebrata la passione e morte di Gesù Cristo all’Ora Nona che si è conclusa con l’emozionante canto del Christus, composto dal musicista barlettano Giuseppe Curci.
Un rito secolare di grande dolore e spiritualità, una tradizione religiosa molto sentita dal popolo barlettano, vissuta come ogni anno con forte partecipazione ed emozione.