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Prosegue il South Italy International Film Festival

La seconda edizione del festival di cortometraggi entra nel vivo

Prosegue con grande successo la 2a edizione del “South Italy International Film Festival”, il festival di cortometraggi organizzato dall’associazione culturale Artinte con il patrocinio del Comune di Barletta.
La cinque giorni dedicata al cinema breve è entrata nel vivo con un evento serale tenutosi ieri 19 maggio presso il Cinema Paolillo di Barletta.
Ad aprire la serata la proiezione del cortometraggio “Joey” diretto da William Ash e Andrew Knott: Joseph è un uomo di 50 anni solitario e sconfitto che lavora come clown vendendo palloncini fuori da un molo fatiscente. Il mondo ha rinunciato a lui. E lui ha rinunciato al mondo. Questo fino a quando Annie, cameriera di un bar, gli chiede un appuntamento e gli mostra che finalmente la vita può essere magnifica. Al corto “Joey” è stato assegnato il Premio “Nico Cirasola” consegnato dal regista Luca Verdone, presidente di giuria.

Il Premio “Nico Cirasola”, fortemente voluto dal direttore artistico del South Italy Giuseppe Arcieri e dal co-organizzatore Michele Piazzolla, è stato ovviamente pensato per omaggiare il regista pugliese recentemente scomparso.
Nato a Gravina in Puglia, Cirasola nei suoi film ha saputo raccontare la Puglia a tuttotondo, con l’originalità, l’eccentricità e un’ingente dose di umorismo che da sempre lo contraddistinguevano. Tra i suoi successi “Odore di pioggia”, “Da do da” (in dialetto pugliese “da qua a là”), “Bell’epoker” ed infine “Focaccia blues”, la storia di un panificio che con la sua focaccia barese riuscì a far chiudere un celebre fast food ad Altamura.
A rendere omaggio a Nico Cirasola, oltre ai numerosi spettatori e ai registi presenti in sala, anche il figlio dell’attore Luca Cirasola che ha ricordato suo padre e “il suo modo di fare cinema simpatico, in certi momenti anche esasperante ma sicuramente unico.” In sala è stato poi proiettato il documentario “My name is Nico Cirasola”, un simpatico ritratto del regista realizzato con gli spezzoni dei suoi film precedenti.

Il cortometraggio “Sir” di Maurizio Ravallese ha invece ricevuto il Premio “Best Short Movie”. È la storia di un curatore di anime che ha lo straordinario potere di guarire chiunque tranne sua moglie malata che sta per morire. “È stata una grande emozione presentare il corto in questo festival e lo è ancora di più ricevere questo premio. Il cortometraggio è un’arte a sé stante, è qualcosa di diverso dal lungometraggio, è un mondo a parte che crea universi e microcosmi e io spero di esserci riuscito, in minima parte, con il mio film”, ha dichiarato il regista pluripremiato.
A consegnare il riconoscimento a Maurizio Ravallese è stato Antonio Losito, regista, attore e sceneggiatore andriese che ha scritto e diretto il cortometraggio “Pappo e Bucco”. Il corto, vincitore di prestigiosi premi e presentato alla 78a Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, tratta il tema dell’eutanasia: racconta la storia di Elia ed Aldo, due amici ed ex clown interpretati da Massimo Dapporto e Augusto Zucchi. I due vivono insieme da anni, isolati da tutto e da tutti. Aldo chiede da tempo ad Elia di aiutarlo a smettere di soffrire a causa della sua malattia. Elia cerca in tutti i modi di dissuaderlo, fino a quando si rende conto che la situazione è più grave di quel che pensa…
Un drammatico e commovente racconto sul fine vita ma anche una straordinaria storia d’amore e di tenerezza. Al termine della proiezione, abbiamo rivolto al regista Antonio Losito alcune domande.

Com’è nato questo cortometraggio? Perché ha scelto di raccontare un tema delicato come quello dell’eutanasia attraverso due ex-clown?
“L’idea del clown è un’idea che avevo già da tempo. Volevo già da tempo realizzare un cortometraggio che avesse come protagonista un clown. La sceneggiatura l’ho scritta in due giorni. È stato tutto molto naturale, anche la scelta di un tema così importante come l’eutanasia. È un tema che da sempre mi appassiona ma devo ammettere che è stato un tema molto difficile da trattare.”

Come descriverebbe il rapporto tra Pappo e Bucco, i due protagonisti del film?
“In realtà si tratta di una vera e propria storia d’amore. Quando ho scritto questa storia ho immaginato Pappo e Bucco come una coppia, nel lavoro ma anche nella vita. Dopo anni trascorsi a lavorare come clown, dopo anni trascorsi nel rumore del circo e nel caos, loro scelgono di vivere in campagna isolati da tutti: probabilmente perché il piccolo paese in cui vivevano prima non avrebbe visto di buon occhio due uomini di età avanzata che vivevano insieme come loro. È una scelta fatta per sfuggire alle chiacchiere di paese.”

Il suo corto è stato pluripremiato (circa 55 premi in totale) ed è stato presentato anche alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia…un importante traguardo nella sua carriera.
“Si, ho ricevuto tantissimi premi e tantissime belle parole dagli addetti ai lavori ma la mia soddisfazione più bella è vedere la gente che quando esce dalla sala cinematografica mi ringrazia commossa, spesso con le lacrime agli occhi. Sinceramente i premi più belli che ho ricevuto sono i premi del pubblico.”

Quali sono i suoi progetti futuri?
“Sto lavorando ad un nuovo cortometraggio di respiro internazionale. Non posso anticipare molto ma si tratterà di un corto non ambientato in Italia e girato con attori internazionali.”

Articolista di barlettaweb24, il primo quotidiano on line del gruppo, giovane e innovativo, si pone l’obiettivo di coinvolgere i lettori e renderli attivi e partecipi sul proprio territorio, attraverso notizie costantemente aggiornate e approfondite.

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