Abbiamo da poco stappato le bottiglie di spumante per brindare al nuovo anno, nella speranza di cambiamenti. Purtroppo, dopo neanche una settimana, la realtà ci è subito piombata in mezzo agli occhi e ci ha subito riportati con i piedi per terra.
Barletta non è una città così sicura di sera. E non lo è soprattutto per le giovani. Se il rischio di essere derubati è alto per entrambi i sessi, nel caso delle ragazze è molto più forte e concreta la paura di subire violenze, soprattutto sessuali.
Nella giornata odierna sono state pubblicate attraverso i social alcune segnalazioni che vedono protagonista un soggetto avvistato ieri sera, 5 gennaio, nei pressi della Lega Navale. Un uomo avrebbe infatti inseguito con scopi poco chiari molti giovani che hanno parcheggiato l’auto nella zona. Inizialmente, come emerge dai racconti, l’uomo veniva scambiato per un parcheggiatore abusivo, ma una volta che i ragazzi lasciavano l’auto, avrebbe palesato un comportamento minaccioso.
Il soggetto viene descritto di statura media, magro, con indosso un cappello bianco da pescatore, di quarant’anni circa. Non era fluente in lingua italiana.
La prima a raccontare l’accaduto è stata Valeria Loffredo, che ha racchiuso le emozioni e i timori della sua serata in una storia sul suo profilo Instagram. Tutto avrebbe avuto inizio quando lei e il suo gruppo di amiche decidono di parcheggiare l’auto proprio alla Lega Navale:
“[…] Eccolo in lontananza, il parcheggiatore abusivo della stagione…o forse no. Vabbè, parcheggiamo più avanti così non ci disturba…e invece no.
Scendiamo dall’auto, ci aspetta, ma non vuole soldi, ci dice: “Ehi, che fate? Dove andate belle?”
Le ragazze a quel punto avrebbero tentato di seminare l’uomo, cercando protezione in una coppia di ragazzi che passava di lì. Dopo questo spiacevolissimo incontro il gruppo si sarebbe allontanato:
“Raga alziamo il passo e camminiamo dietro quella coppia così c’è un ragazzo IN CASO”
Ottimo, non regge il nostro passo, siamo lontane di qualche metro, non ci segue più ormai. “Facciamo presto” – “Chissà che voleva” – “Al ritorno è meglio se ci accompagnano i ragazzi alla Lega, casomai fosse ancora lì.”
Sfortunatamente, al loro ritorno avrebbero ritrovato l’uomo, più determinato di prima nel tentare un approccio con loro. Egli avrebbe inseguito nuovamente le ragazze durante la loro corsa per rientrare in auto. Successivamente, l’uomo avrebbe posizionato la sua bici dietro la vettura, per poi posizionarsi davanti, nell’inspiegabile tentativo di bloccare qualsiasi manovra di fuga.
“Stiamo per entrare in macchina e invece, eccolo che corre con la bici nella nostra direzione…ci stava aspettando.
“Veloci, entrate in macchina” – “VALE METTI LA SICURA”
Premi quel tasto e lui prova ad aprire ma per qualche millesimo di secondo siamo salve.
Metti in moto ma lui prova ad aprire gli altri sportelli.
Fai retromarcia ma ha messo la sua bici dietro per bloccarti, e neanche puoi investire lui che si è messo davanti. Che fai? Ti ha bloccato.
[…] Si sta spostando verso lo sportello laterale, è il momento di scappare. Hai qualche secondo.
Retromarcia, avanti, inversione e fuga.”
Valeria poi commenta l’accaduto:
“E se non l’avessimo già incontrato prima?
E se non ci avessero accompagnate?
E se fossi stata da sola?
E se non fossimo salite in macchina per tempo?
E se avesse aperto lo sportello?
Cosa sarebbe successo?”
Le ragazze avrebbero anche informato le Forze dell’Ordine:
“Avvertiamo i carabinieri, casomai dovesse infastidire altre ragazze.
I carabinieri: “Ah si, abbiamo capito, ci hanno fatto già altre segnalazioni,
comunque grazie”
Si sapeva, ma non vi era alcuna pattuglia in zona.
“Finché non scappa il morto”, tutto è fermo e tace in questo Paese.
Sei ragazza, è il 2024 e devi stare molto attenta, ancora.”
La segnalazione di Valeria ha dato coraggio a molti e ben presto si sono aggiunti altri racconti che sembrano confermare la presenza e il comportamento dell’uomo, come quello di Rossana Cristallo, ragazza di 21 anni. Lei scrive:
“Quello di ieri sera è stato un trauma.
L’ansia di dover camminare con le chiavi della macchina pronte in mano perché bisogna “stare attente”.
Trovare questo soggetto all’ingresso della lega ad aspettare e vederlo salire in bici per arrivare verso di noi è stato paralizzante. Fortunatamente lì vicino c’erano delle ragazze, a noi sconosciute, che ci hanno scortate in macchina nel punto esatto in cui era parcheggiata la mia. Lui intanto gironzolava attorno alla mia macchina, cercava di bloccare la macchina di questa ragazza mettendosi davanti. E quando finalmente siamo entrate nella mia, lui era fuori con questa torcia puntata su di me a fissarmi.
Non so cosa sarebbe successo se queste ragazze non ci avessero aiutate.
L’unica cosa che mi rincuora è pensare che fuori c’è qualcuno ancora disposto ad aiutarti, perché se non lo fanno le autorità non lo farà nessun altro.
Mi sento fortunata per com’è finita la serata ma non lo auguro a nessuno.
La sensazione di impotenza in queste circostanze è struggente.
La nostra non è paranoia è la realtà del mondo che ci circonda.”
Myriam Angela Pedico