“L’edizione zero” della Fanova, il tradizionale falò della vigilia dell’Immacolata, si è finalmente svolta nei migliori dei modi.
Nei giorni scorsi la redazione ha intervistato Raffaele Dipietro, detto Lello Il Rosso e Vincenzo Delvecchio, detto Enzo Delvy, due membri di “Barlett e Avest”, associazione che negli anni ha fortemente combattuto per amore del falò.
A insistere per la realizzazione dell’evento sono state anche due figure dapprima viste come antagoniste della storia, ma che poi si sono poi rilevate essenziali: Salvatore Alboreo e Anna Maria Riefolo, i polmoni verdi dell’organizzazione.
Riefolo in particolare non aveva mai annunciato la sua presenza nell’organizzazione e fino ad ora ci si riferiva a lei parlando di una certa e misteriosa “Dama nera”. Ieri sera poi, la rivelazione del nome che si celava dietro l’insolito epiteto.
Riefolo e Alboreo, entrambi impegnati in tematiche ambientali, si erano aspramente opposti all’edizione del 2022, perché priva dei requisiti di sicurezza necessari: ricordiamo ad esempio che prima di quest’anno la legna bruciata non era sottoposta a controllo. Le polemiche per la Fanova mancata dell’anno scorso causarono una copiosa pioggia di critiche.
Da qui l’impegno per l’organizzazione di una Fanova 2023 a norma di legge.
“Io vi avevo fatto una promessa lo scorso anno. – ha spiegato Riefolo dal palco – Facevo parte della giunta come assessora all’ambiente e sono stata costretta a fermare il falò dello scorso anno. Questo atto per me è stato doloroso perché la Fanova appartiene alle tradizioni barlettane. Ma avevo dato una promessa a Lello e a tutta l’associazione di Barlett e Avest: mi sono messa al lavoro dal giorno dopo per far ottenere alla Fanova tutte le autorizzazioni. Era giusto che anche il nostro evento si svolgesse in sicurezza e utilizzando materiale che non fosse tossico, infatti quest’anno il materiale è stato selezionato da cantine e frantoi e abbiamo utilizzato pedane non trattate.
Ha poi aggiunto: “Devo dire la verità, è talmente sedimentata la tradizione di bruciare rifiuti, che qualcuno stanotte ci ha lasciato qualche ricordo nella Fanova. Ma noi alle 17 ci siamo incontrati e abbiamo eliminato quella spazzatura per conservare il falò così come lo abbiamo costruito. Ben vengano queste manifestazioni purché si rispetti l’ambiente, quello che verrà bruciato stasera noi ce lo respiriamo, è giusto limitare i danni.“
L’installazione del palco in via Mura Spirito Santo è stata una mossa vincente e strategica: il fuoco era il principale protagonista e sembrava danzare, mosso dalla potenza delle voci dei Gospel Singers.
Il fuoco porta con sé una simbologia di purificazione, che diventa ancora più colma di significato se si pensa che il rito del falò viene svolto a fine anno.
Quante persone ieri sera avranno guardato il falò pronte a ricominciare?
Quante avranno dedicato quelle lingue di fiamme alte in cielo a una persona speciale non più con loro?