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Bat, frode su carburanti e accise: arresti per 2 imprenditori, coinvolti 3 pubblici ufficiali

La benzina agricola veniva chiamata in codice "vino rosso", imprenditore: “Venerdì dovrei avere un po' di vino rosso”, pubblico ufficiale: “verrò a fare una bella bevuta allora”

All’esito di articolate indagini di polizia giudiziaria, il Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Trani ha adottato, su richiesta della Procura della Repubblica di Trani, ordinanza cautelare applicativa della misura cautelare personale degli arresti domiciliari nei confronti di n. 2 imprenditori e dell’interdizione temporanea dai Pubblici Uffici per 6 mesi nei confronti di 3 pubblici ufficiali appartenenti, rispettivamente, a Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, per le ipotesi di reato di corruzione e sottrazione all’accertamento delle accise.

I due imprenditori, titolari di un deposito di carburanti autorizzato alla vendita all’ingrosso e al dettaglio di prodotti energetici ad uso agevolato e commerciale, cedevano prodotto energetico ad uso agevolato a diversi utenti non titolari dei presupposti di legge per l’ottenimento delle agevolazioni.

Tra i destinatari del gasolio e della benzina ad uso agricolo, vi erano i 3 appartenenti a Guardia di Finanza, Polizia di Stato e Carabinieri, destinatari delle misure interdittive, i quali, anziché ottemperare all’obbligo giuridico di comunicare all’Autorità giudiziaria gli illeciti commessi dagli imprenditori proprio nel territorio di competenza dei citati pubblici ufficiali, fruivano indebitamente di tale cessione agevolata (cui non avevano diritto) con contestuale evasione delle accise.

Queste condotte consentivano ai pubblici ufficiali di ricevere, quale utilità, il prodotto energetico agevolato (perchè destinato all’agricoltura), il quale veniva versato all’interno dei serbatoi delle rispettive autovetture private.

L’antigiuridicità delle condotte di questi ultimi è risultata rilevante sotto un duplice aspetto, avendo concorso con gli imprenditori all’evasione delle Accise e le altre imposte indirette e, contemporaneamente, essendo risultata in aperto contrasto all’obbligo imposto dall’art. 40 co. 2 Codice Penale (non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo), in quanto non hanno impedito il protrarsi delle condotte delittuose.

Secondo la ricostruzione di questo Ufficio, anche ulteriori pubblici ufficiali, che sono stati destinatari di informazione di garanzia e che parimenti hanno beneficiato di benzina agricola versata direttamente nei serbatoi delle loro autovetture o destinata in un caso ad una imbarcazione.

Per alcuni di essi il GIP, pur condividendo la ricostruzione del Pubblico Ministero, non ha ravvisato esigenze cautelari.

La consapevolezza delle condotte delittuose poste in essere emerge, sempre secondo gli inquirenti, anche dal tenore del linguaggio criptico strategicamente utilizzato per celare l’illiceità dell’operazione commerciale. Esemplificativamente, è stato accertato che uno degli imprenditori utilizzava la locuzione “vino rosso” alludendo alla benzina agricola agevolata, riscuotendo la consapevole collusione con il P.U. (Imprenditore: “Venerdì dovrei avere un po’ di vino rosso”, P.U.: “verrò a fare una bella bevuta allora”)

Si rappresenta che, per il principio della “presunzione di innocenza”, la colpevolezza delle persone sottoposte alle indagini potrà dirsi definitivamente accertata soltanto ove inter- venga sentenza irrevocabile di condanna.

Le indagini, coordinate da questo Ufficio, sono state svolte dalla Guardia di Finanza del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Barletta, con la piena collaborazione, anche in fase di esecuzione, della Questura di Andria e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Trani.

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