“Abbiamo lottato, come sempre siamo abituate a fare sul territorio in cui siamo presenti ormai da 29 anni. Lo abbiamo fatto con caparbietà perché le donne e i loro figli meritano di essere accolti da Centri Antiviolenza qualificati, conformi alle leggi sovranazionali, nazionali e regionali. Siamo orgogliose di questo risultato”. Così Tina Arbues, presidente dell’Osservatorio “Giulia e Rossella” di Barletta, commenta la sentenza con cui il 25 agosto scorso la quinta sezione del Consiglio di Stato ha accolto l’appello proposto dal Centro Antiviolenza da lei diretto contro la sentenza emessa dal Tar di Bari nel 2022 nella controversia contro il Comune di Barletta e nei confronti della Cooperativa Horizon Service di Sulmona per l’annullamento dell’aggiudicazione dell’appalto avente ad oggetto l’affidamento del Centro Antiviolenza comunale.
“Il fenomeno della violenza di genere e domestica nei confronti delle donne e degli altri membri della famiglia necessita di interventi altamente qualificati e specializzati che non ammettono alcuna forma di improvvisazione”: questo il principio alla base della decisione del Consiglio di Stato.
Nel 2021, in sede di gara, l’Osservatorio Giulia e Rossella aveva eccepito la carenza dei requisiti specifici richiesti dal bando per la gestione di un’attività così delicata; ma “il Comune di Barletta ritenne di provvedere comunque all’aggiudicazione dell’appalto alla menzionata cooperativa”.
Adesso il Consiglio di Stato “ci ha dato ragione rispetto a quello che dovrebbe essere un principio ormai recepito da tutte le amministrazioni, sancito dalla Convenzione d’Istanbul ratificata dall’Italia con la legge 77 del 2013: i Centri Antiviolenza devono essere gestiti da associazioni/imprese femminili che si occupano del contrasto della violenza di genere con un approccio basato sulle relazioni tra donne”, precisa Arbues.