“Disfida. Altro che rievocazione! é proprio il certame cavalleresco il più (e meglio) riuscito “falso” storico. Vediamo perché…”. Così il giornalista barlettano Nino Vinella nel suo intrigante attacco della nota stampa, che prosegue:
“L’anno prossimo ricorrerà il sessantesimo dalla primissima rievocazione del 13 febbraio 1965, tenuta a battesimo dal Comitato religioso Madonna della Sfida con Damiano Daddato, presidente nonché anima popolare, e Don Peppuccio D’Amato, storiografo. Il quale impose agli organizzatori, fra cui un giovanissimo Francesco Salerno – che poi divenuto sindaco suggellò il motto istituzionale “Barletta Città della Disfida” costruito su quel suo vissuto personalissimo – il più rigoroso rispetto della vera Storia sul fatto d’armi, a prescindere dal romanzo di Massimo D’Azeglio ma basandosi sulle fonti e soprattutto sui luoghi. Che fecero rivivere ai Barlettani ed alle migliaia di visitatori affluiti in quei freddi giorni invernali i fatti nei luoghi “intra moenia” di Barletta, e quindi escludendo il combattimento che, come tutti e soprattutto i nostri (cosiddetti) amministratori comunali dovrebbero ricordare, si è svolto fra Andria e Corato come ricorda l’epitaffio”.
Continua a riferire Vinella: “Ecco perché si deve alle successive volontà, manifestate da vari soggetti in anni posteriori e fino all’Azienda autonoma di soggiorno e turismo, di inglobare nel territorio cittadino “intra moenia” anche la rappresentazione dello scontro armato. Accrescendone certo la spettacolarità, alimentata dagli stuntmen da Cinecittà e dalla notorietà dei vip di volta in volta succedutisi nei panni dei personaggi dell’epoca, ma tradendone la veridicità storica e storiografica come racconto.
Col risultato, di generazione in generazione, di tramandare una presunta “tradizione identitaria” come ho sentito dire dall’assessore Oronzo Cilli in numerosi passaggi istituzionali e mediatici. Al quale esponente della giunta comunale andrebbe proposto con sempre maggiore forza contrattuale da parte della Cittadinanza di revisionare, come lui stesso ha preannunciato, l’intero impianto Disfida ma specialmente la collocazione temporale come data di svolgimento. Il mese di settembre appare quanto mai sempre meno appropriato perché a suo tempo venne abbinata la Disfida alla Fiera del Levante come suo corollario ma, ora che la campionaria slitta sempre più verso l’autunno (fine settembre-ottobre) ed ha perso quel suo originario “appeal”, la Disfida deve riprendere il suo posto in un calendario prettamente estivo quale attrattore di maggiori flussi turistici dall’Italia come mercato domestico e così giustamente presentarsi alla prossima Bit (Borsa internazionale del Turismo) 2025”.
Conclude Vinella: “E mi si consentirà una mia ultima e personalissima annotazione biografico su mio Padre, l’artista pittore Biagio Vinella, nato e sempre vissuto qui a Barletta (1911-1965) che ricevette dal Comitato Madonna della Sfida l’incarico di curarne, si direbbe oggi, il “total look” d’immagine, dai costumi dei figuranti al primissimo manifesto istituzionale. Lavoro massacrante che io distintamente ricordo quando avevo dieci anni nella bottega di Via Ospedale dei Pellegrini ma che Papà lasciò, pur avendolo compiuto, senza poterlo vedere sfilare, unitamente ai quattordici scudi dei tredici cavalieri italiani e quello biancorosso della Città, perché si spese prematuramente a soli 54 anni il 3 febbraio di quel, per noi familiari ancora doloroso, febbraio 1965…”