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“Con-vivere è scelta necessaria”: il messaggio del Summit di Filosofia

Conclusa la due giorni del Summit Internazionale di Barletta: c’è speranza purché l’umanità torni a scegliere di vivere in pace

“Normalmente si nasce da soli e si muore da soli, in tutte le lingue non esistono verbi in cui il nascere e morire, sia associato in qualche modo con una particella. Si può solo vivere, insieme. E questo con-vivere è una decisione che ognuno di noi prende per la propria e per l’altrui esistenza. È una decisione che occorre che prendiamo tutti quanti: giovani, meno giovani, veramente tutti, perché questo mondo in cui ci troviamo e che attraversiamo, possa essere veramente migliore come quello che ci ha dimostrato la città di Barletta in questi due giorni.”

Con queste parole del professor Paolo Ponzio, direttore del Dipartimento di ricerca e innovazione umanistica dell’Università di Bari e deus ex machina dell’evento insieme alla presidenza del Congresso Mondiale di Filosofia che si terrà a Roma il prossimo agosto, si è concluso ieri sera al Teatro Curci il Summit Internazionale di Filosofia, appuntamento più unico che raro promosso dallo stesso Dipartimento e inserito nel programma ufficiale del G7.

Due giorni intensi di lavoro per i docenti, filosofi e ricercatori che si sono divisi tra il lavoro istituzionale nelle mattinate di giovedì e venerdì e le serate di dibattito e intrattenimento aperte al pubblico, che si sono svolte proprio al Teatro Curci. Lavori che hanno portato alla produzione di due documenti ufficiali, uno rivolto agli addetti ai lavori e ai Capi di Stato che prenderanno parte al prossimo G7 che si svolgerà a giungo in Puglia, e uno più fruibile, destinato al pubblico non esperto ma appassionato o semplicemente curioso.

I filosofi, provenienti da tutto il mondo, hanno ragionato sul tema importante della interculturalità, esteso anche alla convivialità in occasione dei dibattiti. In un contesto geopolitico ed economico cupo e demoralizzante come quello che stiamo vivendo, è quanto mai importante che la comunità intellettuale, politica e civile si interroghino e cerchino insieme di trovare una strada che possa ripristinare un’ambiente di pace e di dialogo costruttivo tra i popoli, che sia all’insegna del riconoscimento e del rispetto reciproco.

Mentre soffiano di guerra sempre più violenti e gli schieramenti si fanno più aspri e inamovibili, alcune tra le menti più brillanti del mondo accademico hanno ragionato sulla necessità di tornare a guardare al vicino, più o meno prossimo, con sentimenti di curiosità, di accoglienza, e di apertura. La necessità di abbattere muri, confini e barriere, anziché innalzarne di nuovi, più alti e respingenti. La necessità di vedere in chi è diverso da noi una risorsa e non un nemico.

“Se la convivialità si svolge in un contesto di pace, la diversità non rappresenta un problema. Diversità è celebrare la singolarità di ognuno, riconoscerne l’unicità come valore.”  Ha detto la professoressa Anke Graness dell’università di Hildesheim durante un suo intervento dal palco del Curci, e quello che è emerso dagli interventi e dai contributi raccolti dagli esperti che hanno preso parte al Summit è che la loro convivialità si sia svolta in un clima non solo di pace ma quasi di fratellanza.

Nelle parole dei professori vibrava un’energia ricca di speranza, o perlomeno di desiderio di speranza, che date le circostanze ci sembra già moltissimo su cui costruire un dialogo.

Guerra, pace, paura, diversità, dialogo: sono stati tanti i temi toccati partendo dal termine “convivialità”, che a ben vedere li contiene o esclude tutti, a seconda dei casi, in una sorta di mappa concettuale chiarissima; eppure, tanto difficile da trasformare in atti concreti. Dove c’è guerra non può esistere convivialità, che invece si sublima nella pace. Dove c’è paura, la convivialità è compromessa, così come la comprensione del valore della diversità, ma tutto, se sussiste la giusta volontà, si risolve col dialogo.

In attesa di scoprire i contenuti dei documenti prodotti e la reazione che i potenti della terra avranno a quelle parole, resta la certezza che prendere la vita con più filosofia sia quanto di meno leggero e scanzonato si possa fare, a dispetto dell’accezione vagamente negativa dell’espressione popolare, e che sia un esercizio adatto a tutti, purché ci si prenda la briga di porsi domande e anche – poi – di cercare le risposte.

Articolista di barlettaweb24, il primo quotidiano on line del gruppo, giovane e innovativo, si pone l’obiettivo di coinvolgere i lettori e renderli attivi e partecipi sul proprio territorio, attraverso notizie costantemente aggiornate e approfondite.

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