Il congelamento e l’assideramento rientrano nelle lesioni da freddo con formazione di cristalli di ghiaccio all’interno dei tessuti, a differenza dei geloni o del piede da trincea in cui, il danno da freddo, non induce la formazione di cristalli di ghiaccio intra tissutali.
Il congelamento interessa una regione locale , quindi zone ben circoscritte del corpo, l’assideramento è una condizione più generale che si verifica in soggetti particolarmente suscettibili o in presenza di condizioni predisponenti (abbigliamento inadeguato, vestiti umidi, immobilità, età estreme, uso di alcol o droghe o di farmaci ad azione sedativa, malattie debilitanti ecc.), allorché l’efficienza della termoregolazione viene meno e i meccanismi che normalmente garantiscono il mantenimento della temperatura corporea non sono più in grado di contrastare l’azione del raffreddamento.
Il congelamento colpisce la cute esposta e le zone distali degli arti (mani e piedi); il rischio di lesioni dipende dalla durata dell’esposizione e dalla intensità del freddo. La zona interessata si presenta pallida, fredda, dura e priva di sensibilità, quando riscaldata appare rossa, gonfia e dolente; tra le 4 e le 6 ore possono comparire bolle e vescicole a diverso contenuto: bolle a contenuto sierico (chiaro) indicano una lesione più superficiale, quelle a contenuto ematico indicano un danno profondo, anche se le lesioni si evolvono nel tempo. Il congelamento dei tessuti profondi provoca una gangrena secca con un’escara (tessuto scuro necrotico, quindi tessuto morto), o può dare una gangrena umida (zona grigia, di consistenza molle ed edematosa) che può infettarsi. In caso di congelamento o assideramento è fondamentale una visita medica urgente per valutare lo stato delle zone colpite e iniziare la giusta terapia.
Prima cosa riscaldare la zona con bagni di acqua calda (tra 37 e 40 gradi), è assolutamente controindicato sfregare la zona con la neve o altro, riscaldare la zona davanti al fuoco (camini-stufe) o con cuscini o coperte elettriche, la zona congelata è insensibile, per cui il soggetto non è in grado di sentire il calore che, a sua volta, causa una bruciatura. È contro producente riscaldare (quindi scongelare la zona interessata) se poi la stessa sarà nuovamente esposta al freddo e quindi si ricongela, questo passaggio freddo-caldo-freddo crea più danni del congelamento stesso. Dopo aver riscaldato la zona, iniziare a muovere lentamente la zona, che sarà molto dolente. Non rompere le vescicole, se dovesse succedere vanno medicate e tenute pulite e asciutte, utilizzando medicazioni sterili aggiungendo, secondo necessità, terapia antibiotica locale o sistemica.
Le zone colpite, in base alla gravità possono guarire, lasciando in alcuni casi ipersensibilità o insensibilità al freddo; se la zona colpita non guarisce, deve essere amputata (l’amputazione non sempre viene stabilita in prima istanza, ma a seguito di un periodo, anche diversi mesi, dopo esami diagnostici appropriati atti a stabilire se la zona può guarire o meno).
Con affetto
Dr.ssa Francesca Palmitessa