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“Cyberbullismo: istruzioni per giovani naviganti”: fermare i bulli si può

L’ITC Cassandro – Fermi – Nervi ha ospitato un incontro di sensibilizzazione sul bullismo e cyberbullismo

Siamo la fotografia di una società che sceglie di non essere indifferente queste parole della dottoressa Antonia Filannino, coordinatrice del Centro Antiviolenza Comunale gestito dall’Osservatorio Giulia e Rossella ETS, raccontano il senso più profondo di giornate come questa e la loro ragione d’essere, ancora, necessarie.

Nella mattinata di oggi 7 febbraio 2025, in occasione della Giornata Nazionale contro Bullismo e Cyberbullismo, l’ITC Cassandro – Fermi – Nervi ha aperto le porte del suo auditorium a una rappresentanza degli studenti di molti istituti superiori della città di Barletta per un incontro di sensibilizzazione sul tema attualissimo del cyberbullismo, appunto. Promosso dal centro antiviolenza in sinergia con Polizia di Stato e Carabinieri, l’incontro “Cyberbullismo: istruzioni per giovani naviganti” ha messo i ragazzi davanti alla realtà più cruda di questi comportamenti, alle conseguenze che comportano e alle implicazioni che queste potrebbero avere sul loro futuro e su quello delle vittime.

Alle vittime di bullismo e cyberbullismo, ma anche ai bulli, ha parlato anche Luca Volpe, legale e autore di “ONLINE! Guida ai rischi del web”, un volume pensato per rendere comprensibili e accessibili a tutti i rischi, i danni, i diritti e i doveri di chi subisce e di chi compie questi atti, che sono, a tutti gli effetti, atti di violenza.

Non hanno usato giri di parole i relatori che si sono avvicendati al microfono, ma sono andati dritti al punto, per evitare ogni possibile sottostima della gravità di questi comportamenti e per stroncare ogni possibile leggerezza da parte dei diretti interessati.

I dati parlano chiaro: un ragazzo su dieci vittima di bulli, dal vivo o sul web, tenta il suicidio, e la legge non basta per interrompere questa strage silenziosa di giovani che muoiono e di cuori spezzati dal dolore, anche quando la morte non sopraggiunge.

Denominatori comuni negli interventi sono stati la necessità di comprendere senza margine di fraintendimento cosa è violenza e cosa non lo è, e l’importanza di tornare a percepire l’altro come una persona degna dello stesso rispetto che nutriamo per noi stessi e per chiunque altro faccia parte della società in cui – coscientemente – scegliamo di vivere e agire quotidianamente. Una società che può esistere e sopravvivere con successo solo se ogni componente fa la propria parte, intervenendo e difendendo chi si trova in difficoltà, anziché avallare o ignorare episodi violenti, di qualunque natura essi siano.

Il confine è labile, ma nettissimo: nell’esatto momento in cui un gioco, uno scherzo, una battuta, non fa più ridere il diretto interessato, quello è il momento esatto in cui fermarsi. Non c’è spazio di trattativa.

Il Comandante dei Carabinieri della compagnia di Barletta Andrea Puliafito ha spiegato ai ragazzi, nel dettaglio, cos’è e come si riconosce il bullismo, reale o virtuale e quali sono i mezzi per contrastarlo insistendo su un punto cruciale: chi denuncia non fa la spia.

Sono entrati più nello specifico di tutti gli strumenti di denuncia i rappresentanti della Polizia di Stato i viceispettori Leonardo Madera e Vincenzo Di Pietro, della Questura di Barletta Andria Trani, che hanno concentrato i propri interventi sull’utilizzo dell’app YouPol, strumento di segnalazione a portata di smartphone, anonimo ma efficace, e l’iter di ammonimento da parte del questore.

Su quest’ultimo si è concentrata la parte finale del convegno, insistendo sull’importanza di questo strumento che consente – anche ai minorenni – di denunciare, stroncando gli eventi sul nascere, ma senza compromettere in modo penale la vita del bullo. Si tratta infatti di uno strumento amministrativo che permette un intervento tempestivo, ma anche più costruttivo, e con un impatto meno “violento” sulle vite delle persone coinvolte.

Se la vittima è la persona da proteggere e da liberare quanto prima dalla morsa del bullo, infatti, il carnefice è a sua volta da salvare, da sé stesso in primis, impedendogli di compromettere per sempre la propria fedina penale e quindi il proprio futuro di adulto.

Impossibile parlare di cyberbullismo senza citare il caso di Carolina Picchio, giovanissima vittima di cyberbulli morta suicida a 14 anni dopo la valanga di insulti ricevuti a seguito della pubblicazione di un video da parte di suoi coetanei dopo una festa. Il papà di Carolina, Paolo Picchio, ha raccolto il suo dolore e lo ha trasformato in una battaglia tanto personale quanto universale: quella che ha portato alla legge contro il cyberbullismo entrata in vigore il 18 giugno del 2017.

Al papà di Carolina, ai genitori di tutte le vittime di bullismo e cyberbullismo, ai ragazzi che ogni giorno combattono contro un bullo, e ai bulli stessi, la società in cui viviamo deve attenzione e cura, e interventi tempestivi al primo segnale di pericolo. Salvare una vita alla volta, per provare a salvarle tutte.

Articolista di barlettaweb24, il primo quotidiano on line del gruppo, giovane e innovativo, si pone l’obiettivo di coinvolgere i lettori e renderli attivi e partecipi sul proprio territorio, attraverso notizie costantemente aggiornate e approfondite.

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