Nate come valida alternativa green, le ebike sono delle normali bici sulle quali è presente un piccolo motore elettrico in grado di assistere, di tanto in tanto, la pedalata di chi lo necessita. La loro presenza in strada ha però creato da subito pareri discordanti per il loro ripetuto mal utilizzo. A testimonianza di ciò, le strade di Barletta sono da anni invase da sfreccianti bici elettriche, sovrane della circolazione, che sembrano trascurare il codice della strada.
Ma come mai questo avviene?
Innanzitutto, spesso i ciclisti che girano in città non hanno raggiunto l’età della patente e dunque ignorano le conoscenze minime stradali. Altre volte si sceglie semplicemente di non rispettarle per “comodità” e ignoranza. In secondo luogo è comune l’imprudente usanza di modificare la bicicletta elettrica, cui viene “sbloccato” il motore, per poter raggiungere maggiori velocità.
La legge però è chiara: la ebike con la sola assistenza (motore elettrico attivo) non può superare i 25 km/h, superata quella soglia è necessario tornare a pedalare. Inoltre, il motore deve generare un massimo di 250W.
Un mezzo modificato diventa, dunque, un pericoloso ibrido tra bici elettrica e scooter in grado di scorrazzare liberamente tra auto e pedoni senza assicurazione, senza obbligo di casco e senza targa.