Oggi giorno siamo tutti connessi, anzi iper-connessi. L’uso di internet per aumentare e ampliare la propria socialità interessa tutte le fasce di età, ma per gli adolescenti, generazione per cui il web (con i social media, i video, i giochi on line) è un’estensione dello spazio di socialità, è parte integrante dell’esperienza della crescita e del confronto con l’altro, un vero e proprio ambiente in cui l’adolescente delinea la propria identità.
Quando però video, social e giochi diventano un’ossessione, c’è da preoccuparsi; tanto che dal 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inserito il Gaming Disorder tra i disturbi del comportamento relativo alle dipendenze, quindi non correlato ad una sostanza, ma ad un’abitudine: l’uso eccessivo della rete. Secondo gli ultimi dati dell’Istituto Superiore di Sanità, negli adolescenti tra gli 11 e i 17 anni il rischio di disturbo da uso di videogiochi coinvolge ben il 12% degli studenti (circa 480.000 studenti italiani), il genere maschile è più colpito; rispetto all’età, la percentuale di rischio maggiore si rileva nelle scuole medie con il 14,3% dei ragazzi. Non è solo un problema legato all’ eccessivo “giocare on line” che può sfociare nel disturbo da gioco d’azzardo, ma anche l’uso eccessivo dei social media, il cyberbullismo e la facilità di accesso a siti pornografici.
I sintomi da dipendenza da internet si manifestano con tensione, ansia o depressione se impossibilitati ad accedere alla rete, si trascorre tanto tempo on line trascurando i bisogni primari, quali fame e sonno, si ha un’inversione del ritmo sonno-veglia, si manifestano segni di isolamento sociale (smettere di praticare uno sport, partecipare alle attività all’aperto con amici o genitori), peggioramento nello studio, ossessione nel possedere pc o smartphone sempre più tecnologici. Quando si iniziano a notare questi cambiamenti è fondamentale parlare e ascoltare i ragazzi, cercare di conoscere il mondo online che frequentano e con il quale interagiscono così tanto; farsi raccontare cosa amano fare in rete, insegnarli come proteggersi e tutelarsi; man mano che crescono, rivedere le regole: quanto tempo utilizzare internet al giorno, cosa fare e non fare sui social, come gestire le password o i contatti con gli sconosciuti. Nei casi più estremi, quando questo approccio non funziona, è fondamentale rivolgersi al medico o pediatra e iniziare un percorso di supporto psicologico, uno spazio sicuro in cui i ragazzi possono esprimere i propri desideri e i propri bisogni, manifestare le loro debolezze e insicurezze senza sentirsi giudicati.
importante non demonizzare il web o i giochi on line poiché possono anche offrire opportunità uniche per l’apprendimento e lo sviluppo dei bambini e degli adolescenti, per favorire le abilità cognitive e sociali, offrendo occasioni di divertimento e la possibilità di creare scenari ricchi di fantasia. Allo stesso tempo è necessario essere consapevoli che un uso eccessivo o inappropriato può avere un impatto negativo sulla salute mentale e sul benessere dei ragazzi, specialmente dei più piccoli. Pertanto i genitori e gli adulti di riferimento hanno un ruolo cruciale nel fissare regole chiare e condivise sull’uso della rete (per es. non usare i dispositivi elettronici durante i pasti o evitare l’uso un’ora prima di coricarsi) ma anche flessibili da rimodularle durante la crescita. Insieme adulti e ragazzi devono imparare ad “addomesticare gli schermi” per usarli in modo positivo, quindi più consapevolezza di come funzionano e conoscere meglio gli usi possibili, i loro aspetti positivi, oltre che negativi.
Con affetto
Dr.ssa Francesca Palmitessa