“Secondo alcuni, le previsioni sono fatte per essere smentite. Secondo altri, quindi, è preferibile non farne proprio…”. Lo sottolinea Ruggiero Mennea, capogruppo di Azione in Consiglio regionale, nonché commissario regionale del partito di Carlo Calenda.
“Certo è – prosegue – che la vicenda dell’ampliamento della discarica Daisy per rifiuti speciali non pericolosi in contrada San Procopio, a Barletta, è davvero singolare. Scusate l’ineleganza dell’autocitazione, ma credo aiuti a comprendere meglio i termini della questione. Dicevo lo scorso 23 settembre, al termine di una delle audizioni da me richieste sul tema in Commissione regionale Ambiente: ‘Come ha sottolineato il presidente della Commissione regionale Ambiente, Michele Mazzarano, che ha guidato i lavori, della vicenda con ogni probabilità si tornerà a parlare in autunno inoltrato, dopo la presentazione delle annunciate controdeduzioni da parte della società Daisy e all’indomani della celebrazione della nuova riunione della conferenza di servizi che sarà indetta dalla Provincia di Barletta, Andria, Trani’. Aggiungevo poi: ‘Attendiamo quindi fiduciosi di conoscere le controdeduzioni dell’azienda richiedente, per capire se il richiesto ampliamento della discarica in località San Procopio sia compatibile con la tutela della salute umana, animale, ambientale e delle falde acquifere, tutti beni primari che vanno salvaguardati senza se e senza ma'”.
Cosa è successo, invece, nelle settimane passate? “Le controdeduzioni della società Daisy srl – fa presente Mennea – sono state depositate il 31 ottobre presso la Provincia di Barletta, Andria, Trani per poi essere girate alle istituzioni che partecipano alla conferenza di servizi decisoria (Comune di Barletta, Arpa Puglia, Asl di Barletta, Andria, Trani, Autorità di Bacino dell’Appennino Meridionale) o anche solo per conoscenza (Sezioni Autorizzazioni Ambientali, Ciclo rifiuti e bonifiche, Ager e presidente della Provincia Bat) incredibilmente il successivo 27 novembre. Sì, il 27 novembre, quasi quattro settimane più tardi. Le ragioni di tale diffusione alla velocità del bradipo? Non si conoscono”.
“Né si conoscono – aggiunge il capogruppo regionale di Azione – le ragioni per cui parte della documentazione inviata dalla società proponente sia stata consultabile solo fino al 30 novembre. E 72 ore, all’evidenza, per un compito di esame e valutazione di tale delicatezza e importanza, sembrano davvero insufficienti. Ho raccolto malumori in proposito che mi riprometto di approfondire in una prossima audizione che richiederò presso la Commissione regionale Ambiente. Ma, come si dice, nelle more, vi è qualcuno in grado di fare chiarezza sul caso?”, conclude il presidente Mennea.