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Giornata Internazionale contro i Test Nucleari

La minaccia del nucleare e l'impegno globale per il disarmo

Nella storia dell’umanità c’è un momento che ha cambiato per sempre, in modo irreversibile, le regole del gioco: la scoperta, il perfezionamento e – purtroppo – l’utilizzo, delle armi nucleari.

Da allora l’industria bellica, gli equilibri internazionali e la sicurezza globale non sono stati e mai più lo saranno, gli stessi dell’epoca pre – nucleare.

Il 29 agosto si celebra la Giornata Internazionale contro i Test Nucleari e, in un mondo in cui ci sono due grandi fronti di guerra caldissimi, quello russo – ucraino e quello mediorientale, in cui la minaccia dell’atomica risuona e incombe a fasi alterne da una parte e dall’altra, questa giornata e i trattati internazionali ad essa collegati, acquisiscono un’importanza vitale.

Il primo test nucleare della storia è il famoso “Trinity”, svolto in New Mexico il 16 luglio del 1945 da parte degli Stati Uniti, il quale portò, solo il mese successivo, ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. Gli effetti devastanti degli ordigni nucleari sono tristemente noti, e ancora oggi, sui luoghi delle esplosioni, sono visibili i segni indelebili della devastazione nucleare. A quella pagina nera della storia del mondo hanno fatto seguito, fino al 1996, oltre 2000 test, e l’approvazione della risoluzione ONU per l’abolizione di questi esperimenti è datata 2 dicembre 2009. La data scelta per la ricorrenza invece, è quella simbolica della chiusura del sito di test nucleari di Semipalatinsk in Kazakistan: il paese, insieme a tantissimi sponsor, fu il promotore della risoluzione dopo aver assistito agli effetti devastanti dei troppi test fatti fino a quel momento.

Distruzione e annientamento di qualsiasi forma di vita nel raggio di chilometri, infatti, rappresentano solo l’effetto immediato dell’esplosione nucleare. Quello che si osserva negli anni a seguire invece, è una strage lenta e invisibile di innocenti, dovuta a un’incidenza altissima di forme tumorali aggressive, gravi mutazioni genetiche e contaminazioni nocive.

Prima dell’istituzione di una giornata internazionale però, nel settembre del 1996, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite aveva già adottato il Trattato per la messa al bando totale degli esperimenti nucleari (CTBT), che vieta espressamente tutti i test e le esplosioni di nucleari, in qualsiasi ambiente, per qualsiasi scopo, bellico o civile. Firmato e ratificato da 178 paesi però, il trattato non è mai entrato in vigore perché firmato ma non ancora ratificato da 9 paesi chiave che – di fatto – lo congelano.

Per dare un’idea della gravità del momento e dell’importanza di questi accordi internazionali, anche se non ufficialmente operativi, basti pensare che alla fine dello scorso anno, nel pieno del conflitto contro l’Ucraina, la Russia ha formalmente ritirato la sua adesione dal trattato, che comunque non aveva ancora ratificato.

È invece formalmente attivo dal 22 gennaio 2021, dopo la ratifica dei 50 stati necessari, il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW).

Lo shock globale dopo le esplosioni in Giappone ha quindi generato una reazione forte e immediata da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni internazionali che difendono la sicurezza e i diritti umani, ma la minaccia dell’atomica incombe ancora concretamente sulle nostre teste, ben oltre le zone di conflitto, quindi.

Una conoscenza anche superficiale della situazione internazionale rende noto a tutti quali siano i paesi dotati di armi nucleari e attivi su questo fronte, e anche da dove arrivino le minacce più concrete. La situazione in Italia è controversa: sebbene il nostro paese abbia stroncato sul nascere la propria corsa all’armamento nucleare, custodisce sul proprio territorio delle testate che sono però sotto il completo controllo americano.

Gli ordigni, in quantità sconosciuta all’opinione pubblica, sono custoditi in caveau sotterranei situati in Italia e in altri paesi europei, e costituiscono le risorse del cosiddetto Programma di condivisione nucleare della NATO o Nuclear Sharing, una sorta di fondo cassa atomico, non proprio rassicurante insomma.

La questione nucleare è dunque un nervo scoperto per la politica internazionale che dall’agosto del 1945 si interroga e si affanna sul modo più efficace di tenere a bada armi dotate di un potenziale distruttivo tale da essere esso stesso un’arma di terrore di massa.

L’impegno globale per il disarmo nucleare definitivo è, quindi, una battaglia che non deve ammettere tregue, l’unica in cui profondere tutte le forze possibili, per il bene delle generazioni presenti e future.

Articolista di barlettaweb24, il primo quotidiano on line del gruppo, giovane e innovativo, si pone l’obiettivo di coinvolgere i lettori e renderli attivi e partecipi sul proprio territorio, attraverso notizie costantemente aggiornate e approfondite.

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