La democrazia è una forma di governo in cui il potere è esercitato dal popolo, il quale elegge i suoi rappresentanti, così da garantire ad ogni cittadino la partecipazione all’esercizio del potere. La parola democrazia deriva dal greco dêmos (popolo) e kràtos (potere) e al centro della parola emergono due valori: libertà ed eguaglianza.
Nel passato, la filosofia politica si è scontrata abbastanza su questa questione perché si riteneva che i due concetti principali fossero in contrasto tra loro; da una parte “libertà” intesa come individualità dell’uomo e dall’altra eguaglianza intesa in un senso collettivo.
Principi fondamentali della democrazia
- Sovranità popolare: La democrazia si basa sull’idea che il potere risieda nel popolo. I cittadini sono chiamati a partecipare attraverso il voto e altre forme di partecipazione politica.
- Libertà e diritti: Nelle democrazie, i diritti fondamentali, come la libertà di espressione, la libertà di stampa e il diritto di associazione, sono essenziali.
- Stato di diritto: Il principio per cui tutti, inclusi i leader politici, devono essere soggetti alla legge.
Come recita l’articolo 1 della nostra Costituzione “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.”
Ciò significa in Italia la democrazia può essere:
- Diretta, si fonda sull’attribuzione della sovranità a tutto il popolo, perché tutti i cittadini sono uguali anche nei diritti politici “senza alcuna distinzione” come afferma l’art. 3 della Costituzione;
- Rappresentativa, è una forma di governo democratica nella quale i cittadini, aventi diritto di voto, eleggono direttamente dei rappresentanti per essere governati.
In Italia la democrazia “totale” arriva Il 10 marzo del 1946, quando per la prima volta anche le donne sono chiamate a votare. A differenza di quanto si pensi, il suffragio femminile in Italia non iniziò infatti con il referendum del 2 giugno 1946 per scegliere tra Repubblica e Monarchia, svolto in contemporanea alle elezioni per scegliere i membri dell’Assemblea Costituente, bensì alcuni mesi prima in occasione delle elezioni amministrative.
E-Democracy
Termine coniato in Inghilterra a metà degli anni ’90, per dare un nome ai primi esperimenti pratici di democrazia elettronica, indicando quella forma di democrazia diretta in cui sono le nuove tecnologie della comunicazione a permettere la partecipazione dei cittadini alle attività delle pubbliche amministrazioni e ai loro processi decisionali.
Nella democrazia digitale, l’uso di strumenti tecnologici ha l’obiettivo di aumentare la partecipazione politica dei cittadini, permettendo loro di essere più vicini alle questioni che riguardano i propri interessi e bisogni.
Questa idea è anche sostenuta dalla nostra Costituzione, che nell’Articolo 118, comma 4, stabilisce il principio di sussidiarietà. Questo principio suggerisce che le decisioni dovrebbero essere prese il più vicino possibile a chi ne è direttamente coinvolto, per garantire che le scelte siano più in linea con le esigenze reali delle persone.
Tra i principali strumenti che vengono utilizzati nella e-democracy troviamo:
- Voto elettronico (e-voting): Permette ai cittadini di esprimere il proprio voto in modo digitale, facilitando la partecipazione elettorale, specialmente per chi è impossibilitato a recarsi fisicamente ai seggi.
- Consultazioni online: Le piattaforme digitali consentono ai cittadini di esprimere opinioni, suggerire proposte o votare su questioni specifiche, aumentando la partecipazione diretta alle decisioni pubbliche.
- Petizioni online: Strumenti per raccogliere firme a supporto di cause specifiche, che poi possono essere sottoposte alle istituzioni competenti.
- Forum e dibattiti pubblici virtuali: Spazi online in cui i cittadini possono discutere temi politici e sociali, interagendo con rappresentanti eletti o esperti.
In conclusione, l’e-democracy rappresenta una straordinaria opportunità per rafforzare e rinnovare la partecipazione democratica, avvicinando i cittadini alle decisioni politiche in modo più diretto e continuo. Grazie all’uso delle tecnologie digitali, è possibile rendere i processi decisionali più trasparenti, accessibili e inclusivi, rispondendo meglio ai bisogni e agli interessi della popolazione. Nonostante ciò, è necessario tenere in considerazione le varie sbavature legate a questo divario digitale, la problematica della privacy a rischio ad esempio.
Solo con un giusto equilibrio tra innovazione tecnologica e protezione dei diritti si potrà garantire una democrazia digitale solida e giusta per tutti.