Ogni anno l’8 settembre si celebra la Giornata internazionale dell’alfabetizzazione o ILD (International Literacy Day), istituita il 26 ottobre 1966 della Conferenza Generale dell’UNESCO, con l’obiettivo di ricordare il livello di alfabetizzazione e di istruzione nel mondo.
Nell’obiettivo 4 dell’Agenda 2030, si pone il traguardo di:
“Garantire un’istruzione di qualità inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti. La comunità internazionale ricorda l’importanza di un’istruzione e di una formazione di qualità per migliorare le condizioni di vita delle persone, delle comunità e delle società.”
L’alfabetizzazione, per definizione, non è altro che la capacità di leggere e scrivere, eppure esiste un infinito dibattito sul suo significato preciso. Alfabetizzazione e Analfabetismo sono due concetti opposti che si articolano in più forme:
- Alfabetizzazione tradizionale: la capacità di leggere e scrivere;
- Analfabetismo funzionale: secondo la definizione che ne ha dato l’UNESCO nel 1984, è una condizione in cui un individuo ha la capacità di leggere, scrivere ed esprimersi in modo basilare, e incontra notevoli difficoltà nel comprendere e analizzare discorsi complessi o testi pensati per una persona comune, come articoli di giornale, regolamenti o bollette;
- Analfabetismo digitale, si intende l’incapacità delle persone di operare mediante un computer, di leggere, scrivere e reperire criticamente informazioni in Internet.
Come è ben evidente, la capacità di leggere e scrivere, permette di avere indipendenza economica e sociale. Ad oggi, rispetto a 40 anni fa, non basta più saper parlare e scrivere in modo elementare. È davvero difficile trovare qualcuno che non sappia parlare in italiano o scriverlo, in quanto il grado della scuola dell’obbligo è aumentato. Ovviamente i progressi ci sono stati ma bisogna essere sempre aggiornati.
Basti pensare che in questa epoca moderna siamo bombardati da inglesismi, slang e linguaggi digitali e non saperli riconoscere comporta una grande difficoltà comunicativa.
La questione cambia in un contesto di povertà; tutti quei paesi sottosviluppati hanno problemi molto più complessi rispetto a quello di restare all’avanguardia con il linguaggio digitale.
La zona che concentra un vasto numero di persone analfabete è l’Africa subsahariana, in cui il tasso si aggira attorno al 50% della popolazione totale.
Molti Paesi si trovano in tale condizioni per tanti motivi:
- Le scuole sono troppo care;
- Le scuole sono del tutto inesistenti;
- Le famiglie non guadagnano abbastanza per pagare la retta, i libri e il materiale scolastico;
- In mancanza di soldi, si preferisce far studiare i figli maschi e lasciare le bambine a casa;
- Mancano del tutto insegnanti qualificati;
- Le famiglie non comprendono l’importanza dell’istruzione e preferiscono che i bambini comincino a lavorare fin da piccoli.
Ovviamente ciò che ne comporta è una realtà spiacevole, un’impossibilità di crescita lavorativa e quindi economica e vengono negati soprattutto dei diritti importantissimi, perché non sapendo né leggere e né scrivere, e quindi non avendo un minimo di istruzione, è impossibile poter essere a conoscenza dei propri diritti.
Insomma, il gap globale dell’alfabetismo e analfabetismo è davvero immenso. Questa giornata vuole proprio esporre una problematica che ci sembra troppo distante da noi. Pensare che la nostra “difficoltà” sia quella di essere all’avanguardia con il linguaggio moderno mentre dall’altra parte del mondo non si ha nemmeno la possibilità di leggere e scrivere è qualcosa di preoccupante.
Per garantire che nessuno resti indietro, è essenziale un impegno collettivo da parte di governi, organizzazioni e comunità nel promuovere e sostenere l’alfabetizzazione in tutte le sue forme.
