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Giornata Internazionale delle Vittime di Sparizioni Forzate

Per tutti i desaparecidos di ieri e di oggi, affinché non ve ne siano ancora domani.

Spariscono di giorno, lungo il tragitto casa-lavoro, o durante un controllo in auto, o prelevati in maniera coatta e violenta dalle proprie case, talvolta. Spariscono, nel nulla, in paesi dove una formale democrazia nasconde invece regimi dittatoriali o sotto dichiarati governi militari.  Spariscono, improvvisamente, senza lasciare tracce, oppure lasciandone di inquietanti a testimonianza di una sparizione violenta, per non fare – quasi mai – ritorno a casa.

Le vittime di sparizioni forzate sono sempre di più, in sempre più parti del mondo, nonostante queste azioni, spesso perpetrate da governi o organizzazioni para governative, siano già state etichettate come crimini contro l’umanità dall’articolo 7 dello Statuto di Roma nel luglio 1998, per la costituzione del Tribunale penale internazionale e dalla risoluzione delle Nazioni Unite numero 47/133 del 18 dicembre 1992. Ogni 30 agosto, dal 2011, si celebra inoltre, la Giornata Internazionale delle Vittime di Sparizioni Forzate e anche quest’anno la ricorrenza è quanto mai importante e attuale.

È storia recentissima quella che ci racconta delle centinaia di bambini ucraini spariti nel nulla per mano dell’esercito russo durante quest’ultimo, violento capitolo della politica espansionistica di Putin, e lo è altrettanto quella che ci arriva da Gaza e dai territori della Cisgiordania, dove l’esercito israeliano e i coloni portano via arbitrariamente, da decenni, i palestinesi.

Una dolorosa ferita ancora aperta è anche quella sudamericana: in Argentina, sotto il regime di Videla a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, si stimano almeno 30000 sparizioni forzate. In Cile, durante la dittatura di Pinochet, il fenomeno delle sparizioni coinvolse, secondo le stime più recenti, 40000 persone, di cui 2000 morti confermate e 38000 desaparecidos, scomparsi, appunto. In tutto il paese, in quegli anni terribili, si stima che il regime abbia compiuto un totale di 600mila sequestri.

Di tutte queste persone, dissidenti, studenti, intellettuali, strappate dalle proprie famiglie, non è rimasto nulla su cui piangere se non le notizie sconcertanti che sono emerse successivamente, e che ci raccontano di torture indicibili, morti violente e occultamento delle salme in fosse comuni, o gettati nell’Oceano Atlantico o nel Rio de la Plata.

Le sparizioni violente sono una piaga alimentata dai regimi antidemocratici e dalle dittature militari che violano, in maniera sistematica, tanti dei diritti umani fondamentali: alla vita, nella maggior parte dei casi, ma anche alla sicurezza, alla dignità, a non subire tortura e pene inumane, a una detenzione decorosa, a un processo equo, alla famiglia.

Una piaga che le Nazioni Unite, le istituzioni democratiche, le ONG internazionali combattono senza arretrare di un passo, ma che nonostante tutto l’impegno profuso non si rimargina. Con l’istituzione della Giornata Internazionale per le Vittime di Sparizioni Forzate fu varata, sempre nel 2010, la Convenzione Internazionale per la protezione di tutte le persone dalle sparizioni forzate, uno dei documenti più incisivi mai emesso dalle Nazioni Unite, che da allora monitora, regolamenta, contrasta e impugna tutti i casi che vengono confermati come tali, al fine di garantire giustizia e pace alle vittime, e in alcuni casi – troppo pochi, salvezza.

Messico, Siria, Bangladesh, Laos, Bosnia ed Erzegovina, Spagna, Pakistan, Egitto, Marocco e Pakistan, sono solo alcuni degli stati in cui Amnesty International sta operando su sparizioni forzate, e se molti casi forse li ignoriamo, sappiamo per certo quello che è avvenuto e avviene quotidianamente in Egitto, dove l’assassinio del nostro Giulio Regeni ha squarciato il velo, permettendo all’opinione pubblica italiana di scoprire il regime repressivo egiziano in tutta la sua brutalità.

Per ogni persona che sparisce nel nulla ne restano decine che piangono, si disperano, combattono, cercano affannosamente la verità, ed è a ognuna di quelle persone che la comunità internazionale deve impegno, energia e determinazione affinché nessuno venga più strappato dalla propria vita per il proprio pensiero politico, il proprio indirizzo di studio o, semplicemente, il proprio desiderio legittimo di libertà.

Articolista di barlettaweb24, il primo quotidiano on line del gruppo, giovane e innovativo, si pone l’obiettivo di coinvolgere i lettori e renderli attivi e partecipi sul proprio territorio, attraverso notizie costantemente aggiornate e approfondite.

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