Per anni ci hanno raccontato, mitizzandolo, che il web ci avrebbe reso liberi, ma sempre più spesso la cronaca o la storia ci stanno insegnando che non è sempre vero. Se da un lato, infatti, internet ha reso accessibile una moltitudine di informazioni a chiunque potesse disporre di una connessione, dall’altro ha reso anche la nostra esperienza di informazione molto controllabile e manipolabile. La Giornata Mondiale contro Cyber Censura che si celebra oggi 12 marzo arriva puntuale a ricordarci che la libertà non è un diritto acquisito e che molto spesso è solo una maschera ben costruita.
La cronaca recente è ricca di episodi che ci mostrano con una chiarezza inquietante quanto il controllo del web possa essere un’arma potentissima, con un impatto sul presente, perché interviene sulle informazioni accessibili in tempo reale, plasmando quindi la realtà, ma anche
a lungo termine, perché quella stessa plasmerà il pensiero dei cittadini di domani, in un loop di menzogne da cui è molto difficile uscire.
Le connessioni oscurate in Palestina, il macroscopico bavaglio politico messo agli organi di stampa in Russia e ancora le restrizioni applicate dalla Corea del Nord, talmente rigide da risultare grottesche, e la Cina, già capostipite della cyber censura, che durante la pandemia ha toccato livelli di controllo tali da esasperare la popolazione fino alla rivolta. Questi sono solo alcuni esempi di questa censura che è invisibile spesso anche a chi ne è vittima, almeno in un primo momento, e tutti messi in atto da paesi enormi o comunque molto potenti, sotto gli occhi del resto mondo.
A promuovere questa ricorrenza che di anno in anno si fa più significativa, è l’associazione francese Reporters senza Frontiere, in prima linea da anni per rivendicare e difendere il diritto alla libertà di stampa e di informazione di tutti i cittadini del mondo.
Ma perché per alcuni governi, più o meno legittimi, è così importante avere il controllo del web? I regimi non democratici hanno la necessità che il proprio popolo sia sottomesso e docile e per farlo è indispensabile, a loro avviso, che questo abbia a disposizione quante meno informazioni possibile sul mondo che c’è fuori, o che queste siano quanto meno selezionate per essere utili alla propaganda e all’indottrinamento.
Non a caso, tra i caratteri comuni a tutti i totalitarismi, anche a quelli precedenti la nostra epoca tecnologica, c’è il controllo capillare di tutti gli organi di stampa e comunicazione, attraverso il quale si plasma il pensiero e si alimenta la paura di ciò che è diverso.
Oggi, 12 marzo 2024, la libertà di stampa e di informazione sono a rischio in così tanti paesi anche insospettabili che l’importanza di informarsi correttamente diventa vitale. Altrettanto importante è difendere questo diritto inalienabile di ogni essere umano: avere accesso alla verità e attraverso questa esercitare il proprio pensiero critico, libero lontano dalle manipolazioni del potere.